Maya

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La popolazione maya si estendeva su un territorio del cazzo.
« Questo 2012 è la fine del mondo »
(I Maya su una battuta che non fa ridere.)
« Che mayalata! »
(I Maya dopo aver scoperto la posizione del cacatua ritardato.)

I Maya sono una popolazione di portasfiga vissuta più di mille anni fa.

Storia

Un Maya a cui si è seccata la pelle per aver preso troppo sole.
Un tipico insetto Maya. E poi ci chiediamo perché sono scomparsi.

Le prime apparizioni dei Maya risalgono al 1500 a.C. in Guatemala. Allora erano una tribù di nomadi che praticavano il reggaeton e coltivavano zucchine da rivendere a Eva Angelina. I vecchi Maya non avevano tempo per le profezie, dividevano la loro quotidianità tra il lavoro e gli allenamenti di marcialonga, mentre, nel frattempo, i figli non ricevevano le dovute attenzioni. I giovani virgulti, intossicati dalla PlayStation, crebbero viziati e abituati alla nullafacenza e si ritrovarono, da adulti, a dover intraprendere delle carriere per la quale ogni genitore si suiciderebbe per la delusione: gli artisti. L'arte, a quei tempi, era rappresentata dai tarocchi e dai sacrifici umani. Coloro che scelsero la strada del tarocco, atteggiandosi a indovini, cominciarono a prevedere la morte dei novantenni ammalati, a prevedere il passato e a prevedere le battute dei film muti che davano nelle sale.

Nel frattempo si sviluppò la civiltà; vennero costruite delle città per raggiungere un più alto splendore, ma poi si ricordarono di essere un popolo nomade e queste vennero abbandonate. Anche i monumenti non ebbero molta fortuna, per mancanza di un ministero per i Beni Culturali. Ben diversa la sorte toccata all'astrologia, un settore in cui i Maya erano degli esperti; dopo anni di studi, arrivarono alla conclusione che le stelle luccicano.

Nel corso del tempo, i Maya dovettero affrontare condizioni climatiche controverse, carestie e epidemie di meteorismo che ne decimarono la popolazione. In aggiunta a ciò, nel X secolo d.C. gli spagnoli sbarcarono nello Yucatan e deportarono gli ultimi quattro Maya sopravvissuti nelle corride di Madrid. Nel giro di una settimana si estinsero definitivamente.


Profezie

La previsione della fine del mondo venne diffusa con dei display digitali.

Sebbene siano celebri per la profezia sul 21 dicembre 2012, i Maya hanno formulato altre profezie che non s'è filato nessuno:

Scienza e tecnologia

Molti Maya erano molto interessati alla scienza e alla tecnologia, non per niente sulle incisioni sono spesso rappresentati con indosso camicia a quadri, farfallino e occhiali spessissimi. Questo popolo ha inventato le cose più fighe: la birra, il teletrasporto, il pareo, l'ape Maya e il bungee jumping, da praticare rigorosamente senza elastico e sugli spuntoni acuminati. I Maya davano poi grande importanza alla matematica, indispensabile per calcolare la massa dell'universo e tenere il punteggio nelle partite di calcio balilla; in particolare un puntino "." rappresentava un'unità, una barretta "_" rappresentava il numero 5 e una lineetta tra due punti "._." rappresentava una faccina triste. La matematica aveva anche una funzione sacrale, giacché era associata alla potenza del cosmo, al potere delle divinità e all'Onda energetica di Goku.

Calendario

La copertina del calendario maya.

Il calendario maya è il calendario utilizzato dai Maya e dalle altre popolazioni dell'America Centrale, perché lì non arrivava quello di Aida Yespica. Esso si basava su più cicli di diversa durata:

  • Il ciclo Tzolkin, con una durata di 260 giorni;
  • Il ciclo Haab, con una durata di un video a caso su YouTube;
  • Il ciclo Mestruale, con una durata di circa cinque giorni al mese.

Grazie a questo complesso sistema di enumerazione, una qualsiasi data veniva rappresentata da un numero spropositato di cifre che richiedeva settimane per poterla calcolare. Era un lavoro talmente esasperante che, al tempo, chiunque chiedesse l'ora rischiava la pena di morte per stritolamento di capezzoli. Adesso quelle stesse cifre vengono utilizzate per generare i codici IBAN.

Architettura

Da sinistra i tre edifici principali di una città maya: il municipio, lo stadio e la discoteca.

La tipica città maya aveva una pianta a dodecagono regolare, ma solo il secondo martedì del mese. Per il resto del tempo era a pianta di città maya. Gli edifici erano così disposti: in centro si trovavano i luoghi più in quali monumenti rappresentanti tizi sconosciuti in perizoma leopardato, l'Hard Rock Cafe, le sale da biliardo e i templi; andando verso la periferia si trovavano le ville abusive dei ricchi e le discoteche; ancora più distanti dal centro, se avanzava spazio e al sindaco girava bene, stavano le case di letame essiccato dei contadini e i prefabbricati dei poveri.

Tra le città principali ricordiamo:

  • Copán, che fu creduta importantissima per anni, prima che ci si rendesse conto che quei tizi incisi su una lastra di pietra nel centro cittadino non rappresentavano scienziati che avevano scoperto il teletrasporto, bensì cinque ubriaconi che discutevano di calcio e figa;
  • Chichén Itzá, celebre per la produzione di pollame e per avere un pozzo gigantesco all'interno del quale i bambini si divertivano a calciarsi a vicenda;
  • Kaminaljuyu, famosa per avere un nome stupido.

Fuori da ogni città si trovavano poi immense piantagioni di mais, poiché i Maya associavano qualunque cosa al mais, dalle pannocchie al granturco, dal pop-corn all'olio di semi di mais, dalla politica alle uova di ornitorinco. Tutto era calcolato in funzione del mais, secondo alcuni studiosi amanti della vodka la principale divinità maya era infatti Anna Pannocchia.

Religione

I Maya divinizzarono uno dei tatuaggi di Vin Diesel.

I Maya credevano che prima del mondo attuale ne siano esistiti altri, ciascuno dei quali sarebbe stato spazzato via da un diluvio così colossale che avrebbe fatto sembrare il diluvio universale una giornata uggiosa. Secondo loro era inoltre in atto una costante guerra tra bene e male: il bene avrebbe portato pioggia, abbondanza, fertilità e sacchi di fertilizzante a prezzi imbattibili; per contro, il male avrebbe portato carestia, siccità, gola secca e uragani chiamati come le mogli fedifraghe di certi meteorologi vendicativi. Nell'aldilà esistevano 13 cieli di beatitudine e 9 cerchi infernali, descritti nel suo poema dal noto poeta maya Dàn-t'e Alì-gjeri. Nel paradiso maya non esistevano il dolore, la fatica, Un posto al sole e sull'aereo non si veniva mai messi di fianco a qualche bambino piagnucolone. Nell'inferno, invece, i dannati soffrivano la fame e il freddo, dovevano pagare un fottio di tasse e ricevevano visite dai parenti rompicoglioni anche più volte al giorno.

I Maya lo sapevano già... Giacobbo si sarebbe dovuto sobbarcare tutte le frottole da lui stesso raccontate.

Per quanto riguarda le divinità, i Maya avevano un numero di dei pari a quello di App esistenti per iPhone, ossia tendente a + infinito. Esistevano infatti divinità per qualunque cosa: il dio della cinghia dei sandali, il dio dei bicchieri di plastica, la dea del mal di testa pre-sesso, la dea del mal d'auto, il dio della cagarella, gli dei delle martellate accidentali sulle dita e il dio di Quelli che... il calcio. Per i Maya, però, neppure gli dei erano immutabili: poteva capitare che un dio assumesse una forma a lui più congeniale, che andasse in palestra e si facesse i muscoli e che cambiasse taglio di capelli. Esistevano comunque simboli che venivano utilizzati sempre, come il drago, che rappresentava la creazione del mondo, la più grande potenza del cosmo e colui che esaudiva i desideri di chi raccoglieva le sette sfere. Spesso questa creatura era rappresentata come serpente-uccello, orrendo abominio creato da un pasticcomane con l'editor di Impossible Creatures; il drago rappresenta anche i sette elementi sacri dei Maya, cioè il fuoco, l'acqua, il vento, la terra, il mais, il mais e il mais. Questo drago è inoltre in grado di fondersi col cervo, il giaguaro e la puzzola zoppa per creare una tremenda creatura di livello 8 con 3600 ATK e 3200 DEF senza nemmeno utilizzare Polimerizzazione. La deità principale in assoluto era però il Sole, principalmente perché rappresentava la vita, la quadruplicità del cosmo e altre stronzate new age. Ma soprattutto perché quand'era giallo dava la forza a Sandokan. Secondo Wikipedia, il dio-Sole ha grandi occhi quadrangolari e strabici, dente limato, lingua sporgente, zanne spiraliformi agli angoli della bocca e presenta una forma a 8 sulla fronte.[citazione necessaria] Un cesso atomico insomma.

Fonti

Voci correlate


Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 16 dicembre 2012 col 41.2% di voti (su 17).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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