Mangianastri

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Un mangianastri di Castelvetere sul Calore (AV) mentre degusta nastri al nero di seppia.

Un riproduttore di cassette, conosciuto da tutti come mangianastri, è il lettore mp3 che usava tuo nonno.


Inutile fare gli gnorri, se non direttamente voi, vostro padre ha qualche audiocassetta da parte, magari in una scatola con su scritto "Documenti commercialista 1969" (nella quale probabilmente trovereste la discografia completa degli Squallor e un paio di albi di Sukia), il mangianastri invece è andato perduto, attualmente fa parte di un cubo di circa un metro di lato, che in origine era la Fiat Uno che lo conteneva.
Quando si parla di mangianastri si intende normalmente proprio quello per auto, che era un dispositivo di bassa fedeltà, mentre un riproduttore di cassette (inteso come componente di un impianto Hi-Fi) è specializzato in prestazioni di alta fedeltà.
Negli anni '70 le auto montavano spesso un impianto Stereo 8, che riproduceva audiocassette grandi come una scatola di rigatoni Barilla e pesanti circa due kg. Se eri un fan di Raul Casadei e volevi avere tutta la discografia, perdevi il bagagliaio.

« Amore, batuffolina, mi prenderesti la cassetta dei Village People?! »
(Innamorato degli anni '70 che vuole creare un'atmosfera "favorevole".)
« Cor cazzo!! L'altra volta me so' sdrumata un polso! »
(Ragazza, raffinata come una motozappa, che "smonta" la serata.)

Storia

Il riproduttore di cassette è stato introdotto dalla Philippese nel 1963 ed è stato lanciato sul mercato come: "dispositivo per dettatura vocale progettato per uso portatile". L'accattivante scelta del nome, per il quale il suo ideatore fu trasferito alla filiale di Hanoi durante la guerra del Vietnam, ne frenò per un decennio la diffusione. In Italia l'uso del magnetofono era ben radicato e la gente trovava molto più semplice chiedere un "Geloso". È proprio partendo dal suo predecessore che analizzeremo l'evoluzione del mangianastri nel tempo.

Dopo mezzo secolo di evoluzione è arrivato il lettore MP3 e s'è buttato via tutto.
  1. Il magnetofono Geloso era un formidabile strumento per registrare suoni tramite microfono. Pregi: disponeva di un pratico ed intuitivo grosso bottone con scritto da un lato "ACC" e sull'altro "SPEGN"; un pomello simile a quello del gas per aumentare il volume (che veniva sempre rimesso a zero col timore di una pericolosa fuga di corrente); quattro bottoni colorati che evocavano mentalmente un semaforo con le sue caratteristiche fondamentali, verde = vai (play), giallo = bada (pause), nero = basta (stop), il rosso era per registrare; se avevi il QI di una lontra, riuscivi ad usarlo in circa tre minuti. Difetti: scarsa qualità, registravi la voce di tua figlia di tre anni e quando la risentivi sembrava Mario Biondi al secondo pacchetto di Marlboro rosse.
  2. Il primo riproduttore per audiocassette compatto in commercio. Pregi: dimensioni ridotte e maggior robustezza; le cassette di tipo Compact potevi girarle alla fine di un lato senza dover riavvolgere. Difetti: l'infelice introduzione dei tasti con simboli geometrici (triangoli, quadrati e barrette) mandarono in tilt l'utilizzatore medio; le scritte in inglisc diedero il colpo di grazia. Mio nonno provò a spingere a caso i tasti per due mesi, alla fine apprese la funzione del triangolo (play) e del quadrato (stop), ma di tutti gli altri aveva un religioso rispetto e non li toccava, quello rosso gli faceva addirittura paura.
  3. Il mega-stereo-portatile da truzzo fu l'anima delle feste nei primi anni '80. Pregi: grande potenza sonora e ottima qualità del sound; possibilità di utilizzo dei led del volume per creare intrigante atmosfera da palpeggio, con effetto lampeggìo da discoteca; faceva molto "figo" e si acchiappava 'na cifra[1]. Difetti: eccessivo consumo delle batterie, eri costretto a portare uno zainetto con venti torcioni[2] di ricambio, con ovvie ripercussioni sulla colonna vertebrale (già eccessivamente sollecitata dalle vibrazioni sonore, dall'anomala postura necessaria a sorreggere l'enorme attrezzo e dalla camminata molleggiata da scemo); elevata complessità dei comandi, quasi tutti i modelli avevano equalizzatore, filtri, loudness e cursori di ogni tipo, il più delle volte messi per "fare scena" e che non producevano alcuna variazione apprezzabile.
  4. Il walkman rappresentò l'apice di questo tipo di tecnologia. Era leggero, economico e consumava pochissimo le batterie. Rappresentava un compromesso perfetto tra praticità e fedeltà audio. Infatti, a fronte di un'elevata praticità, la fedeltà era seriamente compromessa.

Le autoradio

Un mangianastri Stereo 8 lo riconoscevi subito, era più piccolo della cassetta che ci mettevi dentro.

Un elemento chiave del successo del mangianastri fu il suo uso nelle autoradio. Nel lustro compreso tra il 1975 e il 1980 ci fu un'aspra battaglia commerciale, finalizzata ad imporre uno dei due tipi presenti sul mercato.
All'inizio sembrò prevalere lo Stereo 8, aveva il nastro più grande (quindi migliore qualità), il suo particolare circuito a nastro continuo gli permetteva, finito l'ultimo brano, di riprendere dal primo automaticamente. A suo discapito c'era l'ingombro delle cassette: mio cugino per portarsi dietro la discografia completa dei Beatles, dovette permutare la sua Ritmo con un furgone.
La cassetta di tipo Compact era invece più piccola e aveva la possibilità di scorrimento veloce nelle due direzioni, operazione che metteva ansia per il possibile presentarsi dell'unico grande problema dei mangianastri:

« si mangiava il nastro! »

Ecco dunque svelato il perché del curioso nome, diventato in seguito di comune utilizzo.
Con l'introduzione della funzione di "auto-reverse" si raggiunse la perfezione, terminata la riproduzione di un lato, il dispositivo faceva ascoltare l'altra parte del nastro senza dover estrarre la cassetta, il tutto semplicemente ruotando la testina, cambiando il senso di rotazione del nastro e sussurrando Sim Sala Bim.

« Il "tombeur de femmes" era infastidito dalla necessità di girare il nastro, che comportava la momentanea interruzione della copula, quindi preferiva lo Stereo 8. L'auto-reverse mise fine al questo predominio tecnologico. »
(Pier Ugo Zappavigna, Lo sciupafemmine quale vettore dell'innovazione tecnologica, 2004, Ed. Zumpappà.)

Manutenzione

[[File:Audiocassetta.jpg|thumb|right|300px|C'era un solo metodo valido per riavvolgere un nastro "mangiato". A partire dal 1986 se comperavi una musicassetta ti davano in omaggio una matita o una Bic. L'apparecchiatura necessita di una manutenzione regolare, il nastro della cassetta è magnetico e quindi, come dice il nome stesso, soggetto ad essere "magnato". Sullo stesso si possono formare particelle di ossido di ferro, soprattutto ascoltando la cassetta di un noto cantante di Latina. La ruggine, a contatto con la testina, la insudicia[3]. A quel punto la risposta in alta frequenza del mangianastri sarà meno soddisfacente, se la prende davvero male e non ti risponde proprio, nemmeno se lo minacci. Perciò, le testine richiederanno occasionalmente di essere ripulite.
Esistono in commercio appositi kit di pulizia che hanno la forma di una cassetta standard: purtroppo le istruzioni sono scritte in coreano e quindi non sai come usarla. I più audaci l'hanno inserita addirittura nel mangianastri. L'alcool isopropilico è comunemente usato per pulire le testine, non bisogna usarne troppo altrimenti lo stereo inizia a riprodurre "Romagna e Sangiovese", anche se inserisci una cassetta dei Deep Purple.
Non eseguendo la pulizia, le testine ed altri componenti metallici nel percorso di nastro potrebbero venire magnetizzati, a quel punto succede l'inevitabile:

« Il capstan ed il rullo pressore hanno causato un disallineamento del nastro sopra la testina, con conseguente variazione dell'angolo di azimut rispetto al traferro portante. »
(Il tecnico che cerca con paroloni tecnici di aumentare il preventivo della riparazione.)
« Eh? »
(Il cliente.)
« S'è magnato er nastro! »
(Il tecnico che capisce quando è il momento di smettere di fare lo stronzo.)

Una volta smontato e rimontato lo stereo (costo circa 20 euro), il tecnico ti chiede se vuoi recuperare anche la cassetta. Esso è in grado di capire se ci tieni particolarmente (tramite un senso primordiale, di norma retaggio degli aborigeni australiani) e di conseguenza alza il prezzo. Queste le tariffe standard:

  • Musica del gruppo preferito: 20 euro;
  • Musica di sottofondo della prima scopata: 30 euro;
  • La "nostra canzone": 50 euro.

A quel punto, con un piccolo cacciavite a stella, una Bic e circa tre minuti, ti rialloggia il nastro al suo posto.

Le musicassette

Non possiamo a questo punto non parlare delle musicassette, che ancora oggi vengono commercializzate per chi si rifiuta di scavalcare il millennio tecnologico che divide i nastri dai supporti per l'audio digitale. Ma chi sono questi "trogloditi del magnete"?
Li riconosci subito nei mercatini ambulanti, sono attorno alla bancarella che vende questi preziosi cimeli, gestita normalmente da un napoletano panciuto e piccoli ominidi olivastri, probabilmente del Bangladesh. Con soli dieci euro, siamo riusciti ad estorcergli la classifica delle audiocassette più vendute: [[File:musicassette stereo 8 Casadei e Papetti.jpg|thumb|right|280px|Nella macchina di un coatto di razza non potevano mancare queste due "chicche".]]

  1. Il bimbominkia della via gluc (Adriano Celentano).
  2. I primi insuccessi (Gigi D'Alessio).
  3. Fiesta latina (Artisti vari)
  4. All the Best - Vabbè, tutte! (Pupo).
  5. Ballamondo (Orchestra Casadei).
  6. L'Oro dei Pooh (in Svizzera) Vol.2 (Pooh).
  7. A storia mia (Nino D'Angelo).
  8. Mergellina Disco Dance Remix (Artisti vari)
  9. Super Califfo (Franco Califano)
  10. Love songs (Fausto Papetti).

Il dato sconcertante è che il gruppo che vende di più sono gli Artisti vari (presenti in classifica in ben due posizioni) e non hanno mai vinto il Festival di Sanremo.

Curiosità

Guglielmo Marconi, noto coatto della Garbatella di origini bolognesi, sfoggia il suo "stereo da rimorchio".
  • Nei primi anni '80 il modello più potente di mangianastri in commercio era il Club 723 della Siemens. Fu usato dalle militanti di Comunione e Liberazione al concerto degli Iron Maiden al Tendastrisce di Roma nel 1981. Spararono a tutto volume "Come il cervo all'acqua va" e coprirono Purgatory, esibizione blasfema di quei figli del demonio.
  • Nel 1975, la "Caciuoppolo Aldo & Figli - Robe elettriche s.r.l." produsse un modello di mangianastri per auto destinato al mercato partenopeo. Alloggiava al suo interno il famigerato "Vesuvio Apocalypse", un ordigno che si attivava automaticamente estraendo l'autoradio per rubarla. Oltre ai ladri, finivano in microgranuli le auto nel raggio di sei metri.
  • Pierluigi Bantazzi, un elettrotecnico di Bologna, inventò un tipo di cassetta autopulente e con nastro magnetico pretensionato, non si inceppava mai. Ciò avrebbe rappresentato la fine del termine "mangianastri" e il ritorno al poco accattivante "riproduttore di cassette audio". Temendo un crollo delle vendite, le maggiori società produttrici assoldarono due killer bulgari per farlo sparire. Fu trovato due giorni dopo, strangolato col nastro di una cassetta degli ABBA.
  • Alcuni modelli di mangianastri per auto funzionavano soltanto con una scatola di fiammiferi incastrata ad un lato della cassetta[4].
  • Non è possibile ascoltare due volte di fila il lato A. Anche se il lato B fa schifo.

Note

  1. ^ molto
  2. ^ le pile cilindriche grosse
  3. ^ Sì, probabilmente c'è un termine tecnico, ma al momento non mi sovviene.
  4. ^ Quello che avevo io sicuramente

Voci correlate