Lucia Annunziata

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Poliedricità espressiva.
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Lucia Annunziata
« «Io ∫ono un bre∫idende di garanzia, e garandi∫go ghe gui ∫i varà gome digo io...» Ma go∫a g'è di go∫ì diverdende? Ghi ∫i grede di e∫∫ere, guella là? »
(Lucia Annunziata fa polemicamente il verso a Sabina Guzzanti che la imita.)

Lucia Annunziata (Sarno sotto la frana, 1950) è una donna di sesso femminile, checché ne dicano taluni. Incidentalmente è anche giornalista, scrittrice, conduttrice televisiva e macellaia, ma la sua femminilità non viene sminuita, anzi, viene esaltata da tali occupazioni prettamente maschili.

Biografia fondamentale

Lucia Annunziata ripresa in un momento di ottimo umore.

Nata a termine da parto eutocico, Lucia è una bimba come tutte le altre, forse anche più bella e più buona delle altre. Un giorno, all'età di due anni, dopo una ciucciata di rara potenza, ingoia la tettarella del biberon, che va ad incastrarsi proprio tra esofago e trachea. I più eminenti esperti di otorinolaringoiatria non riescono a venire a capo di questo problema, né farmacologicamente, né chirurgicamente. Per conseguenza la piccola Annunziata si esprimerà per sempre con un timbro vocale identico a quello tipico di un essere perennemente raffreddato, che se da una parte la rende bersaglio di ogni genere di sfottò[1], dall'altra incute timore nei suoi antagonisti. Se a ciò si aggiunge la tipica cadenza campana, il risultato è una parlata gutturale difficilmente imitabile.

Dopo aver conseguito la laurea in filosofia con una tesi intitolata Il kobra non è un serpente, ma un pensiero frequente che diventa indecente, viene confinata nel lembo di Sardegna più meridionale e militarizzato, Teulada. Qui, tra proiettili vaganti, mine antiuomo, abigeato ovino e sequestri di persona tira a campare insegnando, forse Italiano, nella locale scuola media. Compito facile, considerato che gli alunni, già inquadrati militarmente a casa, si comportano a scuola come in una caserma, quindi niente casino, scioperi o manifestazioni studentesche. Una pacchia per la giovane Lucia, geneticamente ispirata dalla più ferrea ideologia rossa e dall'inossidabile disciplina dell'Unione sovietica, dettatale da Stalin in sogno.

Lucia Annunziata legge questa pagina, e non le piace per niente.

Le prime collaborazioni giornalistiche, con Il Manifesto prima e con La Repubblica poi, la vedono impegnata su fronti caldi come la rivoluzione sandinista in Nicaragua, la guerra civile nel Salvador, l'esportazione democratica statiunitense a Grenada, la caduta di Baby Doc Duvalier ad Haiti, e per non farsi mancare niente, un bel terremoto in Messico. La gavetta sarda ne ha senza dubbio temprato il carattere e rafforzato la personalità: al suo ritorno in Italia, confida a Rossana Rossanda:

« In gentro Ameriga, ∫ai ghe noia! A Deulada ri∫ghiavi la vida eggome, anghe ∫olo ber addraver∫are la ∫drada... »
« Eh? »

Questa la risposta della Rossanda, che rifletteva tra sé:

« Scrivi quasi meglio di me ma parli da culo! »

In cerca d'avventura, collabora col quotidiano La Repubblica. Eugenio Scalfari, poiché nessuno voleva andarci, le affida la corrispondenza dal Medioriente, dove partecipa attivamente alla prima Intifada come raccattapietre, alla prima guerra del Golfo come benzinaia, ai frequenti scazzi tra Siria e Libano come terzo incomodo. Nel 1993, in pieno calciomercato, viene ceduta al Corriere della sera a parametro zero. Viene inviata negli Usa, dove viene dimenticata per due anni buoni.

Tornata in patria con lo pseudonimo Announced Lucy, ad imitazione degli Impaled Nazarene, di cui è una fan sfegatata, si impossessa con la forza di uno sgabuzzino negli studi di Rai Tre e conduce il suo primo programma, Linea Tre, che riscuote un grande successo presso gli aficionados delle Lezioni universitarie a distanza, trasmissione che ha fatto registrare i picchi di audience più elevati nella storia della televisione[parola di scout].

L'innata capacità tutta italiana di insignire delle massime cariche degli emeriti incapaci[2], aveva fatto sì che nel 1994 Letizia Moratti divenisse presidente della Rai. Tutti a magnificare il fatto che finalmente una donna raggiungeva una carica di così grande prestigio, e nessuno a rendersi conto dell'assoluta inadeguatezza della personaggia[3] in questione. Sulla scorta di questa infausta esperienza, nel 2003 Lucia Annunziata diviene presidente Rai con l'auspicio che

« Peggio di quell'altra non può fare! »

I molteplici impegni della carica le impediscono di fare la spesa, il bucato, lo stiro e le pulizie della casa, che in questo periodo si trasforma in una specie di porcile. Perciò, dopo poco più di un anno, la Annunziata rimette il mandato nell'apposito sacchetto nelle mani del presidente del consiglio e torna alla sua attività preferita: imporre agli altri il suo punto di vista tramite tubo catodico, idea usata e riusata ma sempre efficace.

Dopo una breve parentesi come editorialista a La Stampa, torna su Rai Tre col programma In ½ h, che si pronuncia Inmezzora tuttattaccato. Va in onda la domenica poco prima delle partite di calcio del pomeriggio, contribuendo ad elevare esponenzialmente il tasso di tafferugli tra ultras. Il programma dura trenta minuti, nei quali l'Annunziata intervista personaggi di varia caratura sull'argomento più pregnante della settimana appena trascorsa. Senza entrare nel merito dei contenuti del programma, è evidente il tentativo dei dirigenti Rai di tappare alla meno peggio un buco nel palinsesto in una fascia oraria altamente critica: l'alternativa era mandare in onda le repliche di Orzowei o dell'Almanacco del giorno dopo.

Nel 2011, in occasione del centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia, conduce la trasmissione Potere, inizialmente articolata in sei puntate della durata di un'ora cadauna. Forte del fatto che la gente avrebbe altro cui pensare e non la considera minimamente, approfitta per raddoppiare sia le puntate che la durata delle stesse. La cosa passa del tutto inosservata, a parte qualche maniaco dello zapping che non si spiega come mai se la ritrovi sempre davanti dopo ogni sessione col telecomando.

Lucia Annunziata ha scritto vari libri, ognuno diverso dall'altro, tutti ortograficamente e sintatticamente corretti, ben stampati, ben impaginati e ben rilegati. Forse qualcuno è stato venduto. Si dice[si dice anche dell'altro] che anche lei abbia comprato una copia dei suoi libri.

Conquiste personali

« Ma non mi a∫∫omiglia ber niende! »

Una borsa di studio ricevuta a causa di un disguido postale e svariati premi giornalistici conseguiti sotto falso nome fanno da contorno a ben altre conquiste, delle quali la Annunziata va giustamente orgogliosa: il memorabile litigio con Silvio Berlusconi durante una puntata di In ½ h, nel quale l'allora premier, pur di non rivelarle la sua reale statura e le vere dimensioni del suo pene, non cede alle incalzanti domande della giornalista e scappa via adducendo come scusa dei violenti crampi intestinali. Ancora, durante una puntata di Annozero, accusa il conduttore Michele Santoro di aver impostato la puntata in modo un po' troppo filo-palestinese. Santoro la zittisce mentre si aggiusta la kefiah e lei abbandona lo studio stizzita. I due si reincontrano nella trasmissione via internet Servizio pubblico, in cui la giornalista dimostra di aver compreso appieno gli insegnamenti di Voltaire sulla libertà di espressione:

« Adriano Gelendano ha il diriddo di dire guello ghe vuole, e lo avrei dive∫o anghe ∫e ave∫∫e deddo ghe i gay ∫ono da mandare al gambo di ∫derminio! »
(Lucia Annunziata e i suoi discutibili gusti musicali.)

Senso dell'umorismo

« ∫abina Guzzandi non va umori∫mo, addagga la ber∫ona ∫enza darle la bo∫∫ibilidà di rebligare. Ma io ∫o e∫∫ere moldo ∫birido∫a, ∫endide gue∫da: ∫abede gome ∫i ribrodugono i borgo∫bini? Gon molda addenzione! L'avede gabida? Gon... molda... addenzione! Ah ah ah! Ghe ridere! »
(Confesso che questa non l'ho capita... Ah, adesso sì, l'ho capita. Che ridere!)

Il web è pieno di filmati esilaranti con la Guzzanti che imita l'Annunziata, quindi non è il caso di linkarli qui: con una rapida ricerca su youporn youtube ci si può fare un'abbondante cultura a riguardo. Meno noti sono i filmati in cui l'Annunziata sfotte Beppe Grillo per l'acconciatura, insieme con quelli dove fa una gustosa parodia di Luciano Pavarotti, intonando il Nessun dorma con barba e baffi posticci. Sotto questo aspetto la figura di Lucia Annunziata va senz'altro rivalutata.

Curiosità

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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

Note

  1. ^ Neologismo derivato dal francese sfotteau.
  2. ^ Per non dire altro e per non scadere nella trivialità più gratuita e sconcia, eccheccazzo vacca troia maiala dei miei coglioni!
  3. ^ Che fa rima con formaggia.


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