Joshua A. Norton

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Edward Norton, primo imperatore USA, compiaciuto di avere finalmente un articolo di Nonciclopedia che parla di lui.
« Alla Corte Suprema degli Stati Uniti d'America viene ordinato di dare la caccia all'usurpatore Andrew Johnson per alto tradimento e attentato all'Impero e, una volta giudicato colpevole, condurlo al patibolo perché venga decapitato o lucidi gli stivali dell'imperatore. »
(L'impertatore Norton I, quando Andrew Johnson gli rubò le caramelle.)
« Tutti capiscono Topolino, pochi capiscono Hermann Hesse, pochissimi capiscono Albert Einstein. E nessuno capisce l'imperatore Norton. »
(Qualcuno, evidentemente ubriaco, in vena di battute su Norton.)
« La sua follia lo manteneva sano di mente. »
(Fantastico. Un altro pazzo...)


Joshua A. Norton (Giosué A. Nortone in italiano, José A. Nortones in spagnolo, Kalahahmed A. Grahnmad in Uzbeko) fu il quindicesimo imperatore degli Stati Uniti d'America, il primo a portare il nome Norton, e passò alla storia come: Joshua A. Norton I, supremo imperatore degli Stati Uniti, protettore del Messico, fratello del Canada e cugino di secondo grado dell'Uruguay.

Gioventù di un giovane rampollo

Contrariamente a quanto molti credono Norton non fu sempre imperatore degli Stati Uniti: infatti nacque come principe dei mamelucchi, al Cairo, nel 1819. Dal padre, il sultano Atamamelùck, ereditò i folti baffi neri, dalla madre, una vite, la tendenza ad essere svitato.
Alla nascita il padre gli regalò una delle province più remote e meno importanti del suo celeste impero: San Francisco. In questo modo il genitore desiderava che il figlio facesse pratica della difficile arte del governo, perché fosse pronto a succedergli sul trono d'Egitto.
Tuttavia la Storia (quella con la S maiuscola) non sempre segue i desideri degli uomini[1] e per il giovane, cresciuto nella bambagia, nere nubi si stavano addensando all'orizzonte. Infatti la campagna d'Egitto di Napoleone inflisse un duro colpo all'impero paterno che si sgretolò inesorabilmente; distrutto da complotti interni e successive guerre con il potente regno eritreo. Il bambino fu però tratto in salvo da una delle guardie reali, tale Obi-Wan-Kenobi, insieme alla sorella gemella, e portato a San Francisco, dove sarebbe stato al sicuro, in attesa del momento giusto per far sapere al mondo del suo ritorno.
Durante la sua infanzia fu educato dal vecchio Kenobi alla matematica, alla letteratura, alla musica e in generale a tutte quelle cose che non servono a un accidente nella vita reale, tranne forse il combattimento con la spada-laser. La sorella invece fu scaricata in un cassonetto e morì di lebbra.
Compiuti diciotto anni Norton poté finalmente rivelarsi per quello che era e lasciare il vecchio maestro, ormai mezzo cieco, a vivere come un barbone per trasferirsi nel palazzo imperiale di San Francisco, accolto da due ali di folla festante. Fu incoronato re della città il 15 maggio 1837[2].

Il suo regno[3]

Norton I entra trionfalmente a New Orleans, tempere Giotto su tela, misure a piacere.

Il regno di Norton I sulla città di San Francisco fu caratterizzato dal suo buon cuore e dal grande amore che la gente della città nutriva per lui. Gli furono intitolate vie, piazze e giardini, ancora oggi, nel centro di San Francisco, è possibile vedere la statua che lo raffigura proprio come appariva nei momenti di più fulgido splendore; cacche di piccione e toppe alle ginocchia incluse.
Norton si adoperò per rendere la California la nazione più ricca dell'America del nord, partendo dal presupposto che per essere più ricca quella del sud gli sarebbe bastato radere al suolo tutte le case dello stato e far vivere la gente nelle grotte. Per raggiungere il suo scopo spese gran parte delle finanze pubbliche nella costruzione di una linea metro a suo uso esclusivo, un ampio parcheggio sotterraneo per le sue carrozze, una bat-caverna per rinchiudere gli oppositori e un ippodromo al coperto dove giocare con le macchinine a quattro cavalli (le bighe). Il tutto fu sfortunatamente distrutto nel grande terremoto che si abbatté sulla città nel 1856 alla vigilia dei suoi vent'anni di regno. Questo evento fu interpretato da molti come un presagio dell'imminente morte del re, come nell'antichità terremoti e tempeste di fulmini avevano preannunciato la morte di grandi personaggi del calibro di Giulio Cesare, Carlo Magno e il Grande Puffo (il più grande). Norton allora decise di far rinchiudere e strangolare tutti quelli che la pensavano in quel modo ma, da imperatore benevolo qual era, concesse ad ogni accusato un'udienza in sua presenza perché provasse a discolparsi. In una di queste pronunciò uno degli aforismi che lo hanno consacrato alla storia; in risposta alla scusa di uno dei condannati che affermò: "Ma io immaginavo di farle piacere paragonandola ai grandi della storia!" il sovrano infatti disse:

« Le cose non sono mai come le immaginiamo, per questo io immagino sempre di stare per morire! »

Tuttavia, pur con la sua grande saggezza e intelligenza il re non riuscì ad evitare che le sue spese e il terremoto lasciassero in bancarotta lo stato e il provvedimento di decapitare tutti i contabili che lo facevano notare non diede i risultati sperati. Quindi Norton prese l'unica decisione che potesse prendere un monarca pazzo di uno stato in bancarotta: dichiarò guerra agli Stati Uniti d'America il 15 ottobre 1859.

La guerra di secessione

Norton scruta il campo di battaglia di Gettysburg in compagnia del suo stato maggiore.

Le prime, sfolgoranti vittorie dell'armata guidata da Norton in persona avvennero lungo il confine con l'Arizona, poi in Texas e infine alle porte di New Orleans che fu conquistata e data alle fiamme il 21 novembre 1860. Centinaia di profughi e di sfollati cercarono rifugio a nord, negli stati ricchi e industrializzati della costa est. Questo provocò scontento tra la popolazione locale che, sobillata da un partito del posto[4] capeggiato da Abramo Lincoln scese in piazza a manifestare contro l'invasione dei meridionali, amorevolmente chiamati terroni. In men che non si dica Lincoln fu eletto presidente a furor di popolo e dichiarò guerra agli stati al di sotto del Po, che si unirono per formare la confederazione; iniziò così la guerra di secessione americana il 12 aprile 1861.

Il monumento alla memoria di Norton, fatto erigere a Washington, raggiunge i 674 metri d'altezza.

Inizialmente Norton non ebbe chiaro cosa fare e dichiarò guerra ad entrambi i nuovi stati, poi intuì che poteva trarre vantaggio dalla situazione e nel 1863 firmò un'alleanza militare con gli unionisti di Lincoln; i confederati, nel frattempo, grazie all'astuzia del generale in capo Lee, erano riusciti ad infliggere sanguinose sconfitte ai nordisti.

L'imperatore partecipò con i suoi uomini all'assedio e alla cattura di Vicksburg che permise agli uomini di Lincoln di assumere il controllo del Mississippi e alla battaglia di Gettysburg, dove respinse eroicamente innumerevoli divisioni confederate.

Con il fronte del nord ormai al sicuro affidò il proseguimento della guerra in quelle zone ad un inesperto generale unionista, tale Grant, e riprese l'offensiva da New Orleans con i suoi veterani. Conquistò Miami e Atlanta e costrinse infine i confederati, attaccati da nord e da sud contemporaneamente a firmare la resa a Appomattox il 9 aprile 1865. In questo modo quasi tutto il sud degli Stati Uniti cadde nelle sue mani, mentre gli ingenui nordisti festeggiavano la vittoria sulla confederazione, ignari del piano di Norton per annettere anche il loro stato.
Tuttavia l'imperatore era anche un uomo astuto, che sapeva quando combattere a viso aperto e quando ricorrere all'inganno. Assoldò quindi un killer, John Wilkes Boothil, che uccise il presidente Lincoln il 14 aprile del 1865 teatralmente in un teatro, approfittando della pausa-pipì della sua scorta. A questo punto il parlamento nordista, privo di una guida sicura e capace, ratificò l'annessione degli stati del nord al regno di Norton che poté quindi fregiarsi del titolo di Imperatore degli Stati Uniti d'America.

L'abolizione del Congresso

Nell'estate del 1869 infine, stremato dalle continue lotte tra il partito repubblicano e quello democratico Norton decise di abolire il congresso di Washington, un'istituzione sotto il suo controllo ma che manteneva ancora pericolosi diritti di autonomia e aveva voce in capitolo nelle decisioni di natura fiscale. Il congresso fu sostituito dal Parlamento riformato i cui membri erano nominati personalmente dall'imperatore e aveva solo funzioni consultive in materia di gabinetti pubblici.

Le campagne in Canada e Messico

Nortn figura anche sul monte Rushmore, assieme ad altri tre di cui nessuno ricorda il nome.

Una volta normalizzata la situazione a Washington il novello imperatore decise che trovava insopportabili i canadesi: cure mediche gratuite, poche armi in giro, gente felice. La situazione non poteva essere tollerata, ne andava dell'onore del suo regno. Dichiarò quindi guerra al Canada il 12 ottobre 1869 e dopo dodici ore il governo canadese si arrese: il loro esercito, composto da una sola guardia canadese a cavallo, era malato di bronchite e non poteva combattere. La resa fu festeggiata dall'imperatore con un banchetto a base di piccioni e da allora il 12 ottobre è celebrato in America come Columbus Day. Norton assunse inoltre il titolo di Fratello del Canada e lasciò al paese alcune autonomie amministrative ma promulgò editti perché tutti portassero armi con sé, fossero più aggressivi e un bel po' razzisti contro i negri.

Pacificato definitivamente il nord l'Imperatore Norton rivolse i suoi interessi al giardino sul retro degli Stati Uniti: il Messico. Guidò personalmente un corpo d'armata di 700.000 uomini varcando il confine del Rio Grande il 27 dicembre 1869 e infliggendo alle truppe della repubblica dittatoriale messicana sanguinose sconfitte. La scia di vittorie lo condusse fino a Città del Messico dopo appena sei mesi e la pace fu firmata il 4 luglio 1870, da allora festa nazionale negli USA. Norton concesse al Messico ampie autonomie politiche, nominandolo Stato semi-indipendente sotto l'ala protettiva degli Stati Uniti e autoproclamandosi Protettore del Messico.

La rivolta di Chicago

La tomba di Nortn, sobria e semplice, al Royal and imperial cimitery di San Francisco.

Approfittando della campagna in Messico in cui era impegnato il sovrano la città di Chicago si ribellò al potere imperiale il 25 agosto 1870, i cittadini scesero in piazza, costruirono barricate, diedero alle fiamme il municipio e le stazioni di polizia e instaurarono un governo repubblicano nella città.

La notizia giunse a Città del Messico solo diverse settimane dopo tuttavia l'imperatore, non appena seppe dell'increscioso evento, si precipitò marciando con i suoi uomini a tappe forzate verso la città che fu costretta a capitolare dopo un lungo e durissimo assedio l'8 ottobre 1871 e fu bruciata alle fondamenta. L'incendio appiccato dai soldati di Norton divampò per due giorni consecutivi riducendo Chicago ad un guscio fumante e deserto, gli abitanti furono deportati come schiavi nelle piantagione della Carolina del Sud.

La morte e l'ascesa all'Olimpo

Infine giunse anche per questo grand'uomo il momento del commiato: l'8 gennaio 1880 Norton si spense all'età di 61 anni. L'uomo che aveva creato e governato uno dei più grandi imperi della storia fu seppellito nel cimitero della capitale San Francisco, circa 30.000 persone parteciparono al funerale.

La tomba, sobria e semplice, ricorda colui che fu: Norton I, Imperatore degli Stati Uniti d'America, Protettore del Messico e Fratello del Canada. Un uomo semplice ma dalle grandi virtù, non ultima quella di aver saputo forgiare una grande nazione e averle dato un radioso futuro.



Imprese eroiche

Una delle tante banconote con l'effige di Norton emesse durante il suo regno.
  • 25 ottobre 1860: Norton mette al bando la parola Frisco, giudicata immorale. La multa per chi la pronuncia è di 25 dollari.
  • 11 settembre 1862: Dichiara che d'ora in avanti i sarti dell'imperatore cuciranno gratis i suoi vestiti.
  • 20 aprile 1865: Sancisce che su tutte le banconote del regno dovrà ora esserci la sua immagine.
  • 13 agosto 1869: Assegna l'isola di Goat, nella baia di San Francisco, all'Okland per aumentare il numero di stati confinanti con la California.
  • 18 agosto 1869: Proclama l'inizio dei lavori per la costruzione del Golden Gate a San Francisco.
  • 30 ottobre 1869: Inventa un nuovo tipo di scambio per i binari dei treni, grazie a questa innovazione i disastri ferroviari raddoppiano in un anno.
  • 25 dicembre 1870: Riunifica tutte le chiese cristiane del mondo in un'unica dottrina: il nortonismo[5].
  • 14 febbraio 1873: Emana un decreto che sancisce il suo matrimonio con tutte le donne dell'Impero e proclama per quel giorno la festa dell'amore[6].
  • 5 maggio 1875: Fonda la Società delle Nazioni, dove gli stati potranno risolvere pacificamente le loro dispute, senza dover ricorrere alle guerre. Il suo progetto utopico non trova seguito tra gli altri leader politici internazionali.

Note fuori dal coro

  1. ^ Anzi, potremmo dire che non lo fa mai.
  2. ^ 1819+18=1837, credo.
  3. ^ Di terrore
  4. ^ La Lega Nord
  5. ^ Esatto, anche questa ricorrenza è stata inventata da lui
  6. ^ E pure questa.

Voci fuori di testa

Preceduto da:
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1865 - 1880
Joshua A. Norton
Succeduto da:
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