Italia amore mio

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La canzone completa presentata sul palco.
« Italia amore mio UN CAZZO! »
(Tutti su "Italia amore mio")
« Avevo una sensazione come se ti radessi le ascelle con un rasoio consumato! »
(Luciana Littizzetto parlando dell'esibizione)
« Il popolo sovrano ha votato! Monarchia a parte, ovviamente. »
(Antonella Clerici alla vittoria del trio)

Italia amore mio è uno scherzo architettato da quel simpatico cantautore di Pupo, da sua bassezza morale Emanuele Filiberto di Savoia e quel tenore Luca Canonici per prendere per i fondelli gli italiani e mostrargli come anche un asino che raglia può stare in frac.
Tutto questo sottoforma di una canzone d'amore verso quel bellissimo paese che è l'Italia, che Emanuele Filiberto ha commentato come "quel bellissimo stivale che sta da qualche porto in Europa". La canzone ha riscosso svariate critiche: non tanto per il fatto che fa veramente schifo[citazione necessaria], ma perché è arrivata seconda al Festival di Sanremo.

Stesura della canzone

Il trio sale sul palco quando, colpo di scena, Fabrizio De André risorge e massacra i tre a colpi di banjo.

2010. Il principe Emanuele Filiberto di Savoia aveva appena partecipato e stravinto a "Ballando sotto le stalle" e "I raccomandati". Fu proprio quest'ultimo, confessa oggi Pupo, a suggerigli l'idea di invitare il principe a Sanremo, per una curiosa associazione di idee. Il savoiardo fu dunque invitato da Pupo a scrivere un bel testo, ipotizzando una partecipazione al festival. Filiberto si fece aiutare dunque dalla sua amica bianca, e insieme ad una grande dose di umorismo, ripensò allegramente a quando anni addietro chiese all'Italia un maxi-risarcimento per danni morali: poverino, l'avevamo cacciato e mandato a studiare in una scuola privata straniera.

Ridendo e scherzando, tira giù qualche parola a caso: "amore", "cuore", "Dio", "opulenza" (divenuto opinione a causa dell'orrenda pronuncia). Poi invia a Pupo la lista di parole, insieme a una bustina di coca. Ispirato, Pupo si siede al piano, cerca di aprirlo, non ci riesce e quindi chiama qualche musicista vero per poterla suonare. Purtroppo la maggior parte di essi erano già occupati per il festival, tranne uno che aveva appena finito X Factor: Morgan. Morgan iniziò a suonare la canzone al piano, ma privo di ispirazione copiò "Somewhere over the rainbow"[1]. Una volta ottenuta la canzone, Pupo ha passato tutte le droghe del principe a Morgan, e fatto espellere da Sanremo per eliminare la concorrenza. Fu allora che Pupo si accorse di avere un soprannome brutto e che alla canzone mancava qualcosa. Filiberto suggerì che si trattasse della decenza, ma Pupo volle chiamare un tenore. Così, scelse dall'Elenco Telefonico dei Tenori Sconosciuti un nome a caso: Luca Canonici. Venne chiamato a interpretare la canzone, e insieme a Pupo ed Emanuele si convinsero anche di aver scritto una bella canzone!

In ogni caso, per venir presa a Sanremo la canzone doveva passare la terribile Prova del... cuoco. Perché, effettivamente, era Antonella Clerici ad ascoltare la canzone. Antonella disse che la canzone era: "Un gigantesco agglomerato di merda secca fuso in una cacofonia schifosa ed inascoltabile". Ma, tramite alcune pressioni da parte dei Savoiardi, il giorno dopo rilasciò alla stampa tale giudizio: "Bella. Bella bella. Proprio bella. La canzone Italia amore mio mi è piaciuta. Piaciuta perché era bella. Bella bella bella. La canzone era bella. Dio, perdonami perché ho peccato." Anche tutti coloro che dovevano scegliere la canzone approvarono, in sella alle loro nuove Ferrari.

Prima della canzone

Un gruppo di sordi applaude il trio, impossibile mascherare però la loro gioia stampata in volto.

La prima della canzone si svolse, ovviamente, a Sanremo durante l'omonimo festival. Antonella Clerici annunciò che sul palco sarebbero saliti:

  • Un tenore che nessuno conosce (reazione del pubblico assente)
  • Pupo (il pubblico comincia ad agitarsi, probabilmente ricordandosi "Gelato al cioccolato", si sente uno sparo in fondo alla galleria)
  • Emanuele Filiberto di Savoia (ottomila persone in sala hanno un attacco congiunto di vomito improvviso, ad un ragazzo in prima fila gli scoppiano i nei uno ad uno come le bollicine della plastica)

Quando poi il principe aprì bocca, prima ancora di dire qualcosa, dieci professori di grammatica italiana in sala implosero sul colpo. Dopo che la Clerici ebbe rotto il ghiaccio e le palle conversando amabilmente con il trio, partì la canzone. Sullo sfondo apparve un dolce mare blu, che tentava subliminalmente di calmare e riappacificare gli animi degli infuocati spettatori. Il tentativo però fallì, appena partì la musica, che appariva subito sdolcinata e leccaculo. Il trio rimase sul palco simulando tranquillità, ma se ci fate caso Pupo si caga sotto appena apre il piano ed inizia a suonare in playback. Il pubblico la osservò zitto, ascoltando il testo:



(Pupo) Io credo sempre nel mio culo, a canzoni ragliate come un mulo,
nella speranza che impari a cantare, nel frattempo i voti li vado a pagare.
Io credo nelle tradizioni, a un popolo di grandi insurrezioni,
difatti v'ho portato qui il monarca, che di soldi ne ha una barca.


(E. Filiberto) Io credo nella mia cultura e nella mia religione,
per questo io non ho paura, di fare la figura del coglione.
Io sento battere più forte, il cuore di un’Italia sola,
che oggi più serenamente, prega Kira di non avere un infarto imminente.


(L. Canonici) Sì stasera sono qui, chi me l'ha fatto fare, meglio andare a lavorare.
Io, io mi pentirò, a plagiare una canzone, urlando come un buffone.


(E. Filiberto) Ricordo quando ero bambino, imparavo l'itagliano,
non ho capito un'acca, perciò ho chiesto un rimborso.


(Pupo) Tuo padre aveva fatto una gran coglionata,
oltre a quella di procreare una stirpe degenerata.


(L. Canonici) Sì stasera sono qui, devo andare in bagno, i fischi me la fan scappare.
Io, io non ero conosciuto, dopo questa canzone qua, son diventato un gran cornuto.


(Pupo) Io credo ancora nel rispetto, quindi aboliamo 'sta canzone,
fa schifo da morire, come l'ha scritta quel gran puzzone.


(E. Filiberto) Sì, stasera sono qui, non so neanche parlare, voglio provar a cantare.


La canzone è stata fischiata e contestata dall'intero pubblico. Pupo è però uscito con dei "grazie, grazie". Bravo imbecille. Ancora non credete che la canzone non sia piaciuta? Ascoltate la Clerici leggere i finalisti prima che vengano sorteggiati, allora:    Ascoltami o il principe tornerà alla prossima edizione!?

Avete sentito? Se non avete sentito, siete sordi, e perciò avete votato la canzone del principe. Dio abbia pietà di voi quando giungerà l'Apocalisse e il principe parteciperà e vincerà ad Affari tuoi.

Reazioni post-canzone

Il lancio di spartiti e bombe a mano fu inevitabile.

Dire che la canzone di Emanuele Filiberto non ha scatenato delle reazioni è come dire che la canzone di Pupo non ha scatenato delle reazioni, più che altro perché sono la stessa. Inizialmente, nel teatro Ariston sono cominciati fischi e bestemmie (fra cui "buuuu", abbreviazione di "Dio bubu"), mentre solo un paio di idioti sono stati ripresi a sventolare la bandiera italiana[2]. Seguirono immediatamente lanci di svariati oggetti: spartiti, duomi di Milano, bombe a mano, giubbotti di caimano... in breve tempo il palcoscenico dell'Ariston è diventato peggio di Napoli: la spazzatura ha perfino soffocato ed ucciso una concorrente, Arisa, che stava solamente sbadigliando ascoltando la sua canzone incisa su nastro. Antonella Clerici è rimasta con un sorriso a cinquantadue denti sul volto, sgridando il pubblico in perfetto stile "omino sentenzioso". Ma il maestro dell'orchestra è salito sul palco ed ha chiesto alla conduttrice[3] di rendere pubblici i voti dell'orchestra. Un rapido sguardo della Clerici verso sinistra, con un Pupo che faceva segno di no, è bastato a chiudere l'argomento "forse i voti sono stati truccati". La serata si è poi conclusa fra le grida del pubblico, di cui riportiamo:

  • Venduti, venduti!
  • Plagio, plagio!
  • Meno zucchero nei pop-corn! Meno zucchero nei pop-corn!

La Clerici ha prontamente risposto che verrà aggiunto più zucchero nei pop-corn per le prossime edizioni del festival.

Studio del significato della canzone

"Se volete vi concediamo il bis", come disse il trio Emanuele-Pupo-Canonici al termine dell'esibizione.

Esistono diverse teorie sul significato della canzone, ed in mancanza di una conferma ufficiale esaminiamo le presenti:

La canzone è un messaggio di pace

La prima possibilità è che la canzone sia stata scritta come poesia dal principe Emanuele Filiberto, in puro segno del suo amore verso l'Italia, cercando di scusarsi per aver chiesto 260 milioni di euro allo stato[4] e per tentare di farsi simpatici gli italiani a cui già sta sul culo nonno e papà, e tale padre tale figlio.

Filiberto stesso ha detto che la canzone venne scritta da lui come poesia e tramutata in una cacofonia (o, a giudicare da chi l'ha scritta, cocafonia) da Pupo. In questo caso, la colpa di tutto è di Pupo, che avrebbe potuto buttare la poesia nel camino e andare a Sanremo da solo... o, ancora meglio, a costruire una macchina del tempo e a non divenire mai un cantante.

Non sappiamo bene quale delle due idee sia più corretta, ma una cosa è sicura: se accettiamo l'idea che la canzone è un messaggio di pace, amore e comprensione, bisogna anche accettare l'esistenza di Babbo Natale, che le puzzette delle mucche siano esplosive e che il cielo è blu perché non è verde.

La canzone è una trovata commerciale

Un uomo che sta ascoltando "Italia amore mio".

E se la canzone fosse solo una trovata commerciale per avere successo, popolarità e notorietà? L'idea non appare tanto stupida: dopotutto non appare strano che un principe sia un genio del ballo (Ballando sotto le stelle) e del canto insieme? Ah, ma su quello non vi preoccupate: raglia come un asino e non ha ancora capito che in italiano "are, ere, ire, la h va a dormire".

Inoltre, per essere una trovata che ha portato successo, l'ha più che altro smerdato come non mai: secondo uno studio scientifico, in una serata sola più di 60.000.000 italiani hanno avuto attacchi di diarrea. Questa apparizione "sputtanati e fuggi" è stata troppo fine a se stessa per essere vera: se lo fosse, dovrebbe essere un pezzo di un complesso puzzle architettato dal papà per portare fama al figliolo e far ri-instaurare la monarchia in Italia, eliminando l'attuale dittatura.

La canzone è una presa per il culo

L'ipotesi più probabile è che l'intera canzone sia stata scritta, cantata, espulsa dall'ano solo come grandissima presa per il culo[5]. Il principe è uno che ha donne, soldi e droga (anche una moglie e due figli, ma bisogna aspettare che li liberi dallo sgabuzzino): a cosa gli servirebbe mai vincere o partecipare al festival di Sanremo? Forse voleva solo ingraziarsi gli italiani... no, solo un idiota penserebbe di riuscire a farlo, con uno schifo di canzone del genere spudoratamente a presa in giro. Beh, solo un idiota dal sangue blu, almeno: tutto tornerebbe.

Ma se il televoto è stato truccato per arrivare più in alto possibile (e chi crede che non sia così vada pure a fare una "presa della Bastiglia" al Parlamento), significa che l'intenzione di vincere c'era. Ma per quale motivo? Un'altra coppa nella cameretta? No, la posta in gioco, la sua dignità già orrendamente compromessa da anni di stronzate era troppo alta. L'ipotesi è quindi che Pupo abbia ricattato il principe (esistono oltre un milione di modi per farlo) a mettere la faccia in una canzoncina, con il vero obbiettivo di pagargli i televoti e vincere. E per Pupo, vincere il festival di Sanremo è il sogno proibito: proibito dagli italiani. Se tutto questo è vero, il fatto che il brano parli dell'amore verso l'Italia è solo una presa per il culo per giustificare la presenza del principe: ergo, la canzone è una presa per il culo. Ma in un'Italia dove alle elezioni ha vinto Silvio Berlusconi, è davvero impossibile che non si sia già persa la repubblica e che gli italiani simpatizzino per un monarca che raglia?

Collegamenti esterni

Note

  1. ^ Anche parecchio malamente
  2. ^ "Va tutto bene, è solo mia moglie che è in menopausa e scoppiava di caldo", ha commentato l'uomo con gli occhiali in un'intervista a Pomeriggio Cinque.
  3. ^ Che non può vivere senza cazzo come noi viviamo di questa sua gaffe.
  4. ^ Subito dopo, c'è stato un Terremoto in Abruzzo, è esploso un treno a Viareggio e Berlusconi è stato aggredito. Ops, l'ultima non era collegata, vatti a fidare di Emilio Fede.
  5. ^ E confermerebbe l'ultima ipotesi.