Imprevisto

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L'imprevisto è in grado di generare due emozioni molto distanti tra loro: stupore e rassegnazione.

Un imprevisto è un'entita astratta cui dare la colpa dei propri fallimenti quando non è possibile scaricarla su qualcun altro. L'etimo è riconducibile alle antiche lingue Siculo-Celtiche, con il termine composito di impre (contrazione di "imprecare") e visto ("vedere"), in sostanza: "che genera bestemmia quando si manifesta".
In realtà l'imprevisto non esiste: se qualcosa è impossibile da verificarsi ovviamente non capiterà mai; se è probabile (pur in misura minima) allora è prevedibile. Sulla base di questa logica ineccepibile[a occhio e croce], l'imprevisto capiterà a due categorie di persone ben definite: gli sfigati e i deficienti. I primi, subito dopo l'evento, emettono la frase: "c'avevo pensato, ma siccome capita a uno su un milione, mi sono detto... ma ti pare che tocca proprio a me?"; i secondi invece esclamano stupiti: "Noooo, ma pensa te!!!".

« Lo fanno tutti i preti e il Vaticano c'ha sempre coperto, ti pare che beccano proprio me? »
« Parbleau! Ha iniziato a nevicare! Continuiamo ad avanzare che tra poco smette! »
(Napoleone Bonaparte al suo attendente, durante la disastrosa campagna invernale in Russia.)

La formula della matematica tedesca Gertrud von Schack[1] sintetizza questo concetto:
I = S/A, dove I=Imprevisto, S=Sfiga e A=Astuzia. Da questo si evince che: se sei particolarmente sfortunato è bene che tu sia parecchio intelligente, altrimenti la vedo male. Ovviamente vale il concetto parallelo secondo cui: se sei un completo idiota, prega Dio di avere un gran culo.

Aspetti scientifici

Il problema di ricondurre l'imprevisto ad un modello matematico, era stato già affrontato da Isaac Newton. Quando la mela gli cadde sulla testa formulò le prime considerazioni sulla forza di gravità, nel contempo fissò il First Postulate Unlucky Idiot:

« Se una perfida mela decide di colpirti non puoi farci niente,
però stare sotto l'albero mentre cadono è da scemi! »
(Isaac Newton, Woolsthorpe 1666.)

Arrivare alla formula matematica (da questo concetto) sarebbe stato facile, ma Newton stava smoccolando i Santi per la camicia di organzino insozzata (amato regalo della sua cugina Charlotte Brewster) e perse una grande occasione.

Un classico "imprevisto" previsto dal Monopoli.

Nel 1935 la Editrice Giochi mise in commercio il Monopoli. L'intuizione geniale, basata sugli studi della von Schack, fu quella di inserire nel gioco le "Probabilità" e gli "Imprevisti", al fine di compensare in qualche modo il Fattore C tipico delle attività ludiche. Ci andarono forse leggerini, perché:

  • "Avete tutti i vostri stabili da riparare: pagare 2.500 lire per ogni casa e 10.000 lire per ogni albergo" forse andava sostituito con "Un terremoto ha raso al suolo i vostri immobili, siamo in zona sismica, chi cazzo vi ha dato la concessione?".
  • "Multa di 1.500 lire per aver guidato senza patente" non mi pare gran cosa, molto meglio ad esempio "Equitalia ti ha ipotecato di nascosto l'albergo, per una multa di cui non sapevi niente e che, con le sanzioni, è arrivata a 200 milioni".

Questi potevano classificarsi "imprevisti", non certo la inevitabile usura degli immobili o la multina.

Imprevedibile e non

Differenza tra imprevedibile e prevedibile.

Per chiarire meglio il concetto di cosa possa rientrare nella categoria "imprevisti" e cosa ne sia totalmente fuori, ci avvarremo di due immagini.
La situazione mostrata a sinistra è chiaramente qualcosa di imprevedibile: mentre la gentile donzella animalista fa le "coccole" ai paperotti, Mamma Oca ne approfitta per sottrarle il portafogli. La pericolosa "Banda dei Quaqquaraqquà" era stata più volte segnalata all'uscita della metropolitana del Quadraro, però la notizia era finita in tredicesima pagina e non era stata letta da nessuno. Quindi: farsi borseggiare dalla zingara è da polli, dall'oca è un imprevisto.
Nella situazione a destra la bambina tira la coda al cane (che sembra innocuo ma è un pitbull subdolamente travestito) e viene subitamente sbranata[2]. Chiaramente questo non può considerarsi un imprevisto perché, in una scala dell'idiozia da 1 a 10, la pargola è scema 5 mentre il padre che stava scattando la foto arriva a 10 (con lode) e dovrebbe essere studiato dagli evoluzionisti come probabile anello mancante.
Non sempre è così facile stabilire un distinguo, le sfumature sono molteplici, quindi per ulteriore chiarezza prenderemo ad esame altre situazioni (che vi piaccia o no!).

Imprevisti in ambito sportivo

Alcuni imprevisti in ambito sportivo (circa).
  1. Falso imprevisto. Cede la copertura dello stadio e una valanga di neve ci finisce dentro, succede a Minneapolis, nel Minnesota. Come risaputo gli stati americani a confine col Canada risentono, in inverno, di condizioni climatiche irriguardose. Il prodigioso ingegnere Lawrence Wilmont Griswold, ideatore dell'opera, all'indomani del disastro ebbe a dichiarare: "Perdincibacco!! la neve! ...e chi ci aveva pensato?!". Quando il giudice ha scoperto che Griswold era uno sciatore provetto e possedeva una baita ad Aspen, l'ha condannato alla lapidazione a mezzo cubetti di ghiaccio da due libbre.
  2. Vero imprevisto. Cede il costume a Flavia Zoccari, succede ai Giochi del Mediterraneo del 2009. Quando il suo costume Jacked si è aperto come una cozza, non voleva crederci. A onor del vero, il costruttore garantisce l'elasticità estrema del materiale, ma lo scoreggione provocato dallo sforzo della partenza (complici anche le due fajitas con fagiolo pinto ingurgitate la sera prima) non era sicuramente prevedibile.
  3. Vero imprevisto. Se la fa sotto per lo sforzo, succede alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 all'atleta americana Eveline J.J. Gilmore. Anche questo non era prevedibile, ma scolarsi due galloni di birra per aumentare la stabilità del baricentro in gara, a prescindere dalla discutibile valenza tecnica, non aiuta di certo.
  4. Falso imprevisto. Si è estinta la famiglia circense dei Gibboni di Macerata. Un tragico incidente ha ridotto in lapilli svolazzanti una delle più antiche famiglie circensi d'Italia. Avevano appena finito di provare il tuffo dal trapezio con triplo-carpiato nella piscina con acqua bassa e si godevano il meritato relax. Dai primi rilevamenti dei vigili del fuoco è emerso un tentativo poco ortodosso di alimentare elettricamente un frigobar. Il capo elettricista del circo è stato dato in pasto alla tigre siberiana.

Imprevisti in ambito lavorativo

Fare un lavoro nel modo sbagliato può generare situazioni impreviste.
  • Tagliare un ramo. Nell'approcciare a tale infingarda attività occorre tenere presente che: il ramo tagliato tende a cadere per effetto della gravità; è ulteriormente grave schierarsi dalla parte sbagliata del ramo; non conviene parcheggiare auto, cose o persone sotto il ramo; è bene allontanare le dita dal raggio di azione della sega. Così facendo possiamo scongiurare la maggior parte degli imprevisti, resta quello che un fulmine colpisca l'albero e ti frigga le "uova".
  • Manutenere un condizionatore. Nel caso il guasto sia dislocato nell'unità esterna e ti ci metti sopra per ripararlo, lo spiaccicarsi sul marciapiede sopra la novantenne vedova Branzini non costituisce imprevisto, casomai per lei sì.
  • Verniciare una nave. Usufruire di contrappesi umani è molto pericoloso, l'imprevisto può concretizzarsi se uno di loro si lascia scappare: "Cazzo che caldo, vi va una birra?".
  • Dirigere il traffico. Di norma un vigile urbano ha un quoziente intellettivo oscillante tra quello della melanzana e quello di una vongola. L'imprevisto può verificarsi quando il soggetto esclama: "Mi è venuta un'idea".
  • Verniciare un palazzo all'esterno. Con un ponteggio a norma la possibilità di imprevisti è pari al 2%. Nel caso del ponteggio francese (detto alla sans façon) sale al 99,63%, dopo sei Ave Maria e due Pater Noster si riduce di mezzo punto[da verificare].
  • Verniciare un palazzo all'interno. Operazione molto più semplice della precedente, ma non priva di insidie. Dalla foto possiamo supporre due cose: la ditta è la stessa che ha in appalto la facciata esterna e che i dipendenti sono molto religiosi.

Durante i colloqui di lavoro vi capiterà di sentirvi rivolgere la domanda: "Dove ti vedi tra cinque anni?"
Se non vi è ancora successo rassegnatevi, capiterà. Quindi, siccome vi stiamo avvisando, non potrete tornare a casa con la coda tra le gambe dicendo: "Diavolo! Mi hanno fatto una domanda che ha lasciato spiazzato".
Vabbé, ai fini dell'argomento trattato sarebbe bastato questo, ma visto che abbiamo anche un ruolo educativo vi diremo cosa fare a fronte della domanda. Dimenticate quello che hanno tentato di inculcarvi sin da piccoli, ossia che è sempre meglio dire la verità. Nella risposta andranno evitate le seguenti frasi, sicuramente logiche, ma nocive in quel contesto.

  • Mi proponi un contratto di 3 mesi (brutto coglione) che cazzo dovrei risponderti: "A lavorare per qualcun altro?!"
  • Su una spiaggia caraibica a godermi i soldi che vi ho fatto sparire dai conti all'estero.
  • Seduto alla tua scrivania, a fare il tuo lavoro meglio di te, pirla!

Quello che invece dovreste dire è che per voi quel lavoro è una grande opportunità e che tra cinque anni darete un ottimo contributo allo sviluppo dell’azienda. Sempre che, per un imprevisto, siate ancora lì.

Imprevisti nei trasporti

Cosa ci può essere di più imprevedibile di un mezzo di trasporto? Quello che lo conduce.
  1. Imprevisto da furbetto. Se con l'automobile, passi sulle rotaie del tram per fare prima (e gabbare gli altri in fila), vai incontro a possibili inconvenienti: multa 38%, tamponato da un tram 7%, sfragnato tra due tram 2%, percosse 53%. Il vero imprevisto è se scampi tutto questo.
  2. Imprevisto da pilota sborone. Il pilota di aerei si crede generalmente Superman. In realtà il suo lavoro è noioso e di routine, la tecnologia oramai fa tutto da sola. Quando capita che un aeroporto è chiuso e bisogna atterrare in uno più piccolo nelle vicinanze, questa voglia repressa di essere protagonista irrompe fragorosamente. "Ma quale pista troppo corta?! Io atterro pure sul tetto di un palazzo!".
  3. Imprevisto stradale. Qualsiasi essere umano abbia guidato un'automobile si è trovato ad avere qualche imprevisto. Finire la benzina, bucare una gomma, essere investiti da un TIR, da una moto, da una vacca. Al piazzista di Centrali Nucleari russo Andrej Sergeevič Gumilëv è capitata davvero strana, è stato investito da una dacia. L'ospitale padrona di casa (che non si era accorta di niente) gli ha servito un pranzo take away.
  4. Imprevisto da comandante sborone. Escludendo i tempi di guerra gli affondamenti di navi con passeggeri si possono contare sulla punta delle dita. Il Titanic incontrò un iceberg che si era perso e stava chiedendo informazioni, ovviamente il gelido vagabondo per sua natura si muove. Per sbattere contro l'Isola del Giglio (che sta lì immobile dal mesozoico) occorre essere dotati di un'intelligenza di poco superiore a un fungo prataiolo.
  5. Imprevisto da pendolare. Prendere un treno è stato classificato sport estremo nel 2011, può capitare di restarci per ore chiuso dentro, sotto il sole e senza aria condizionata. Per questo motivo, da quest'anno, all'atto di prendere un abbonamento ti chiedono il certificato di sana e robusta costituzione fisica. A parte gli imprevisti "normali" relativi a ritardi per la preparazione del treno[che cazzo è?], il rame fregato dai rumeni, lo sciopero del SAC (Sindacato Autonomo dei Capostazione), le mestruazioni della moglie del cugino del capotreno, e altri millemila motivi inventati al momento, se n'è aggiunto uno che ha scalato rapidamente la Top 10: il tamponamento. Ora, come possa succedere che due Frecciarossa (orgoglio della tecnologia su rotaia) abbiano a collidere, è un mistero che sarà svelato probabilmente col 74° segreto di Fatima.
  6. Imprevisto da menefreghismo. Sei alla guida del tuo camion, improvvisamente una forza che presumi aliena tenta di tramutarlo in metropolitana e lo spinge nel sottosuolo. Può sembrare un ottimo spunto per un film di fantascienza, però capita realmente e nemmeno tanto di rado. Il motivo è semplice. Due mesi prima, alcuni cittadini volenterosi hanno segnalato al comune che c'era una perdita notevole di acqua. Il laghetto con le rane che si era formato, d'altra parte, ne era prova evidente. Tra conflitti di competenze e semplice menefreghismo, nel frattempo, sotto il manto stradale si era formata una caverna con stalattiti grande come l'Umbria. Risalendo dall'abisso il pompiere è capace a chiederti: "Ma cavolo! Con un carico di stufe in ghisa, proprio su questa strada dovevi passare?". Tu pensi per un momento che vorresti strangolarlo, poi rispondi: "Ho avuto un imprevisto, la tangenziale era chiusa per lavori... da sei mesi".

Curiosità

  • In questa pagina è stata usata circa 40 volte la parola imprevisto/imprevisti, se fosse successo con "metallurgia" sarebbe stato davvero curioso!

Note

Cioè, stai davvero leggendo le ♪♫note♫♪?? Pazzesco!! Non era prevedibile!
  1. ^ Che non era però capace di cucinare i würstel.
  2. ^ Per sensibilità sono state evitate le successive immagini cruente.

Voci correlate

Questa voce non lo sapevi che era una voce che la sapevi che potrebbe non essere una delle voci più tapioca posterdata dalla comunità?
È stata bitumata come tale in questo preciso momento come fosse 15 luglio 2012 sblindando al 37.5% di malavergole (su 24).
Efeubicamente sono ben accette supercazzole e scappellamenti che sfrantino ulteriormente 'sta cagata di pagina.

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