Grammatica

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La grammatica è un lampante esempio di fallimento legislativo. Viene considerata, manco a dirlo, la nemica giurata dei bimbiminkia, ma la cosa preoccupante è che sia in pessimi rapporti con diversi giornalisti e con scrittori di successo come Federico Moccia, Antonella Clerici e Luca Giurato. In Italia è stata dichiarata obsoleta dal Ministero dell'Istruzione, che sta organizzando la sostituzione del Dizionario con il più amichevole Manuale delle Giovani Marmotte.

Cos'è la grammatica?

La grammatica è per una lingua ciò che per un politico è la Costituzione, per un cristiano la Bibbia o per un viking metaller la saga del Ragnaröck: tutti fanno finta di conoscerla, e i più esperti sono quelli che ci capiscono di meno. Si prenda per esempio San Francesco, celebre sia come boy scout che come letterato: il Cantico delle Creature - dedicato ai mutanti di Resident Evil - così recita:

« Altissimu, onnipotente bon Signore, tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione. »
(San Francesco su lingua italiana)

Alla domanda Ma perché su onore ci hai messo l'acca? rivoltagli da Santa Chiara, il Santo perugino rispose:

« Honore è un verbo, quindi va con l'acca! O no? »
(San Francesco su lingua italiana)

Dopo questa perla, il pio uomo venne spogliato e lasciato morire di freddo nella notte umbra, dove venne assassinato da un abitante del Paesino di Don Matteo.

Luca Giurato intento a uccidere la grammatica italiana.

La Grammatica nel Mondo

Tutte le lingue del Mondo hanno una grammatica. Sì, tutte, anche la lingua delle supercazzole. Eccetto l'inglese. Seguirà un breve elenco delle grammatiche dei principali idiomi.

Grammatica italiana

La Grammatica in Italia è una legge irrispettata. Inoltre il Governo Berlusconi IV ha depenalizzato l'errore ortografico insieme al falso in bilancio.

Grammatica spagnola

Molti sono convinti che per parlare in lingua spagnola basti aggiungere una s ai termini omologhi in lingua italiana. Questo atteggiamento verso l'idioma ispanico è errato, la grammatica spagnola è molto più complessa di quella nostrana. Tuttavia ho fatto spagnolo solamente alle medie ed ho dimenticato tutte le nozioni a riguardo per un grosso trauma psicologico: non ho veramente retto quando ho saputo che, con i cereali ChocoPops, posso adottare a distanza una scimmietta del Malawi e mandarla come concorrente al Grande Fratello. L'unica cosa che ricordo è che il predicato verbale viene accompagnato da una sensuale mossa di bacino ed un breve colpo di nacchere: dunque, se doveste andare in vacanza in Spagna a vedere la Corrida di Gerry Scotti[1], cercate di parlare inglese e non rompete il cazzo.

Grammatica francese

La grammatica francese è stata concepita apposta per rendere questa lingua incomprensibile. I verbi francesi si coniugano usando a rotazione le desinenze -e, -s, -t, -ons, -ez, -ent e -sasquatch. Nella lingua parlata, le finali dei verbi di solito non si leggono, o si trasformano in un verso simile al gemito di un animale trucidato da Flippy nell'allegra sagra di Happy Tree Friends. Solitamente, la terza persona plurale somiglia al suono emesso da un cervo durante l'accoppiamento nel momento esatto in cui scopre che le sue corna non si sono ramificate per un motivo qualsiasi.

La lingua francese ha svariati accenti di scarsa utilità, tanto i francesi scrivono E', non È. I tempi verbali dei Galli sono molti, ed hanno come punto di riferimento temporale l'apertura del pollaio.

Per indicare il plurale si mette la s in fin di parola, ma tanto la s non si legge. Per indicare il femminile si mette la e in fin di parola, ma tanto la e non si legge. Per indicare che un francese ti sta prendendo per il culo si mette una qualsiasi lettera in fin di parola, stai sicuro che la qualsiasi lettera non si leggerà. Le consonanti mute in fin di parola sono quelle della parola deposito, più la x, la z e qualcun'altra che non ricordo: pertanto si potrebbero mettere ventordici consonanti di seguito in aggiunta ad un termine senza che nessuno se ne accorga. Grazie a questo sistema, durante la Guerra Gallica Cesare riusciva a comunicare messaggi segreti ai suoi informatori barbari (ovvero che facevano di nome Barbara). Non si sa come.

I generi dei nomi vengono assegnati casualmente: su questo argomento si dice che i transalpini avessero da sempre idee confuse.

Grammatica tedesca

I tempi verbali sono numerosi ed hanno nomi da pastore ortodosso, ordinati con il numero romano alla fine. Quando ne muore uno se ne fa un altro, attualmente è in carica tale Konjunktiv II.

La Lingua Tedesca è stata notoriamente creata da un tedesco - arianamente sadico - con il malvagio bisogno di plasmare dal nulla un guazzabuglio di declinazioni forti e deboli di nomi ed aggettivi la cui comprensione è attualmente accessibile solo agli antichi stregoni druidi.

Questo idioma può portare a numerosi fraintendimenti da parte del destinatario di un messaggio: infatti la pronuncia è stata studiata appositamente per caricare di aggressività qualsiasi frase - mantenendo la stessa espressione nell'esposizioni di concetti molto diversi tra loro, quali "ti amo", "ti odio" e persino eresie del tipo "Studio Aperto è un telegiornale".

Del resto le origini della grammatica tedesca si sono perse nella notte dei tempi: pertanto finché non ritroveranno la via non potrò completare questo paragrafo.

Grammatica cinese

Nella grammatica della supercazzola intarna come se fosse antani nella scrivatura è contornata nell'immagine.

Si prende un complemento oggetto originale in lingua europea e se ne fanno trecentossessantacinque copie in una fabbrica di frigoriferi a pedali sovraffollata di dipendenti retribuiti con copie illegali dei film di Massimo Boldi registrate al cinema con il cellulare.[2] I nuovi complementi saranno di qualità minore, ma a basso prezzo e più pratici da utilizzare. Per questo motivo la grammatica cinese non differisce molto da quella dei bimbominkia.

Grammatica uzbeka

Mamma si dice Akdaba, papà Bakadabà. Non è vero? Dimostramelo.

Grammatica inglese (Regno Unito)

Esiste.

Grammatica inglese (Stati Uniti)

Non esiste.

Grammatica della supercazzola

« Tarapia tapioco! Brematurata la supercazzola o scherziamo? »
(Ugo Tognazzi in un grande componimento poetico.)

La vocale tematica della supercazzola è la n, come se fosse antani anche la q. Le funzioni logiche si oltrentano mantenendo la fonetica arrotata secondo i canoni mediati dal Mantegno. Nel caso in cui la tapioca brematuri anche, potrebbe verificarsi la situazione in cui un nome verbale transitivo lasci libero tre spazi con scappellamento a destra. In tal caso, si può calcolare il quadrato di un binocolo, che è un trinocolo.

I fondamenti della grammatica

Fin da piccini a scuola ci son stati insegnati i fondamenti della grammatica. Principalmente, la maggior parte degli alunni tende a dimenticarli rapidamente - se mai li dovesse avere imparati.

Secondo mio cuggino, insigne linguista,[3] principalmente la frase può essere analizzata secondo tre canoni[4] - alla peggio tre gattini: analisi logica, analisi grammaticale e analisi del periodo.

Analisi logica

L'analisi logica si chiama così perché è un'analisi, perché è logica e perché qualcuno l'ha chiamata così. Essa analizza le funzioni svolte dai complementi all'interno della frase come l'acquirente del disco dovrebbe esaminare la funzione svolta da Avril Lavigne all'interno della musica Punk.

Un fallimento, dunque.

Soggetto

Lui ha predicato.
« Chi ha parlato? Chi cazzo ha parlato? Chi è quel lurido stronzo comunista, checca, pompinaro che ha firmato la sua condanna a morte? »
(Chiunque sia il soggetto di questa frase, non passerà ottimi momenti)

Il soggetto è colui che svolge l'azione, e che per questo viene deriso da tutti i complementi. Celebre la frase sei un soggetto.

Dovrebbe essere fondamentale nell'equilibrio della frase, ma è soggetto alle angherie del predicato[5].

Col passare del tempo l'importanza di questa funzione logica è miserrimamente diminuita: esistono infatti alcuni verbi detti impersonali poiché il soggetto è assente, in vacanza o non si sente tanto bene.

Predicato

Il predicato è il dittatore della frase. È lo stronzo che decide cosa deve fare il soggetto, pagandolo poco e tenendolo in condizioni di lavoro precarie.

Esistono due tipi di predicati: il predicato verbale e il predicato nominale. Il predicato nominale è molto saggio, infatti si regge sul verbo essere, non sull'apparire.

Differentemente, il predicato verbale è formato unicamente da un verbo, che può essere transitivo o intransitivo, a seconda che transiti su un complemento oggetto o passi oltre facendo incazzare tutti i pendolari.

Complemento oggetto

« Mò a 'sto stronzo 'o getto dalla finestra, 'rtacci sua. »
(Antico romano su Complemento Oggetto)

Il Complemento oggetto è il complemento più importante all'interno della frase.

Per un verbo transitivo è una tappa essenziale come la parte inferiore della scrivania di Silvio Berlusconi per le ministre del suo Governo; gli intransitivi invece fanno a gara per ignorarlo.

Dovrebbe rispondere alla domanda chi? che cosa?, ma ha spesso il telefono staccato. Si aggira per la grammatica italiana con i suoi due scagnozzi, il Predicativo del Soggetto e il Predicativo dell'Oggetto.


Complemento predicativo

« Tutidè! È buonissimo! »
(Tipico complemento predicativo)

I Complementi predicativi del Soggetto e dell'Oggetto probabilmente servono a qualcosa, ma nessuno sa bene a cosa. La loro vera utilità consiste nel dare una funzione logica a quelle parole che non sembrano averne; insomma quei termini poco ossequiosi che non fanno mai troppi complementi.

In sintesi, si può dire che il Complemento predicativo svolge nell'analisi logica il ruolo che il Governo Precedente ha nel dibattito politico italiano.

Complemento di specificazione

« Sei molto di vertente »
(Un improbabile complemento di specificazione)

Il complemento di specificazione indica l'appartenenza e la proprietà[6].

Questa funzione logica è, più che un agglomerato di parole, un modo di vivere. Ci sono persone che non hanno nulla, e per un complemento di specificazione darebbero tutto ciò che è dato loro possedere. Che effettivamente non è molto. Questo ci fa capire che il complemento di specificazione non è poi così importante, ma è il ruolo che gli si dà che lo fa diventare così fondamentale per l'equilibrio della società.

Prima di ottenere un complemento di specificazione è necessario dare in cambio qualcosa: dei soldi, delle pecore, la vita, i fianchi. Il complemento che si oppone a quello di specificazione è dunque il complemento di spesa.

Quando i complementi di spesa superano quelli di specificazione, allora si entra in un complemento di perdita. Se tutti i soggetti vanno in complemento di perdita, allora c'è un complemento di crisi.

E allora sono cazzi amari per tutti. Tranne che per Franco Battiato. Lui potrà continuare a meditare sul suo cammello[7].

Forse.

Complemento di termine

« Il treno parte da Termini »
(Complemento di termine. Notare la stranezza di un viaggio che comincia dal termine.)
« Il mondo finirà nel 2012 »
(Complemento di termine, nonché enorme cazzata.)

Il complemento di termine indica quando come dove finisce qualcosa. Quando manca del sale, il sale è al termine. Quando sono finiti i posti, i posti sono al termine. Quando finisce un viaggio, il viaggio è al termine. Se continuassi con altri esempi, la tua pazienza volgerebbe al termine.

La vita di ognuno si conclude con un complemento di termine. Il Complemento di fine ha infatti la sua stessa funzione.

Altri complementi

Un esempio di complemento di stato in luogo.
« Ti ho fatto causa »
(Complemento di causa)
« Ho studiato storia »
(Complemento di materia)
« Ho preso l'autobus »
(Complemento di mezzo)
« Ho votato Berlusconi »
(Altro complemento di mezzo)
« Il mio nome è 007 »
(Complemento di agente)
« Ho lasciato la Ducati in garage »
(Complemento di moto)
« Ho lasciado la Ducadi in garage »
(Comblemendo di modo)
« Oggi c'è pioggia »
(Complemento di tempo)
« Non è l'originale, è l'imitazione »
(Complemento di limitazione)
« Diversi imprenditori acquisteranno l'Alitalia »
(Complemento di compagnia o cordata, nonché fregatura)
« Errore non specificato. »
(Complemento di specificazione)

Analisi grammaticale

L'Analisi grammaticale analizza le parti del discorso, in maniera super-partes e mantenendo sempre un certo rispetto per i concorrenti. Quando un aspirante verbo non è adatto al suo ruolo viene infatti congedato con la discreta formula le faremo sapere.

Nome

Il nome, o sostantivo, o nome, o sostantivo, indica un concetto all'interno della frase - anche se da quando è diventato più educato, ne parla a bassa voce senza indicarlo.

I nomi si dividono in varie categorie:

  • I nomi comuni, che indicano un concetto generale senza entrare nell'individualità. Insomma, come la gente come te. Sono organizzati in nomi Provincie ed hanno l'iniziale minuscola;
  • I nomi propri, che hanno l'iniziale maiuscola, quando sono nomi di truzzo si accetta la maiuscola alternata;
  • I nomi di persona: Mario, Luigi, Alberto...
  • I nomi di cosa;
  • I nomi di animale, contrapposti a quelli di anibene;
  • I nomi concreti, detti anche concretini per la lor scarsa intelligenza;
  • I nomi astratti, che sono organizzati a stratti e non a collonne;

Verbo

Il verbo è il nucleo della frase: difatti la Bibbia recita all'inizio era il Verbo.

I verbi si differenziano a seconda del modo (finito, infinito, quasi finito, scaduto), del tempo (sereno, piovoso, nuvoloso), del colore della pelle e della religione, ma sono tutti uguali davanti alla legge.

Hanno tre coniugazioni (-are, -ere, -ire), usate col solo scopo di mandare l'acca a dormire: perciò son dette coniugazioni sonnifere.

Infine un verbo può essere attivo o passivo, ma del resto non deve rendere conto a nessuno dei suoi gusti sessuali.

Aggettivo ed avverbio

Nonciclopedia contiene oltre 12000 articoli.

L'aggettivo si accosta ad un nome per indicarne la qualità e a volte il prezzo.

Diversamente, per specificare le qualità di un verbo si usano gli avverbi. Si formano aggiungendo -mente all'aggettivo, pertanto avendo più mente sono molto discretamente intelligenti: un avverbio deve frequentare una scuola specializzata, gli aggettivi fanno il CEPU con Christian Vieri e Carolina Kostner.

Aggettivi e avverbi a volte hanno i gradi: si sono infatti verificati spiacevoli episodi come conseguenza del nonnismo ai danni delle matricole.

Articoli e preposizioni

L'articolo introduce un nome. I più conosciuti sono la lo il i gli le, ma la Costituzione ne ha più di un centinaio.

Diversamente, le preposizioni sono sette: di a da in con su da di a con da e un'altra che non mi ricordo. Indicano la funzione logica del nome, ammesso che ne abbia una.

La preposizione articolata nasce dall'unione di un articolo e una preposizione: potrei parlare ancora a lungo della comodità di queste parole, ma la Lega Nord mi proibisce di elogiare in pubblico le coppie miste.

Congiunzioni, interiezioni

La congiunzione serve ad unire due parti. Come il ginocchio.

L'interiezione è invece un'esclamazione; particolarmente famose per la loro educatività sono quelle di Germano Mosconi.

Il pronome

Il pronome prende il posto del nome quando esso viene a mancare. Talvolta i pronomi pretendono diritti sull'eredità o si spacciano per veri e propri sostantivi: in questi casi l'unica soluzione è l'abbattimento.

Ammesso che abbia senso abbattere un mento.

Analisi del periodo

Questo millennio è un periodo veramente molto travagliato, segnato dai paradossi, dai parà, dai dossi e dei cavalcavia.

Questa era un'ottima analisi del periodo.

Curiosità

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

  • La Grammatica per molti è una faccenda Drammatica.
  • Il Dizionario è un lungo libro giallo. L'assassino si chiama Zuzzurellone.
  • La Grammatica ha un nemico giurato.

Note

0. L'alunno Rossi insulta veementemente il professore.

  1. ^ Mio cuggino lo conosce.
  2. ^ Con la batteria scarica.
  3. ^ Tiene una lingua di due metri e mezzo.
  4. ^ L'enciclopedia Treccani deve il suo nome ai tre cànoni della grammatica.
  5. ^ Non fa ridere.
  6. ^ Tutte tranne la commutativa.
  7. ^ Tanto già è disoccupato di suo.

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