G8 di Genova

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« Naah, secondo me fanno finta. »
(Spettatore davanti alle immagini degli scontri.)
« Ti piace il mio pesto alla genovese? »
(Celerino ad un manifestante.)


Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. G8 di Genova

Il G8 di Genova è stata una storica manifestazione ludica di massa. Dal 19 al 22 luglio 2001 la Superba venne invasa da una folla festosa e pacifica[e la marmotta confeziona la cioccolata] di concorrenti provenienti da tutto il mondo, attratti dal favoloso premio in palio: 8 Gigaliardi di lire[1] (da cui il nome della gara).

NonNews

NonNotizie contiene diffamazioni e disinformazioni riguardanti G8 di Genova.

I personaggi

In una città convertita a campo di giuocuo, si affrontarono 2 squadre, ciascuna delle quali contava migliaia di persone.
    La prima squadra era rappresentata dall'imponente sbarramento di difesa predisposto dal Comitato Organizzativo: circa ventordicimila uomini sbirri tra poliziotti, carabinieri, finanzieri, Guardie svizzere e Uruk-Hai. Obiettivo primario degli sbirri era di impedire a chiunque di arrivare al traguardo, sito nel rinomato night club di Via del Campo chiamato Zona Rossa.

Ad ogni agente era stato promesso un bonus di 300 euro (netti) per ciascun no-global spedito in ospedale. Come se non bastasse, per scaldare gli animi l'allora vicepresidente del Comitato Organizzativo Gianfranco Fini[2] aveva inviato a tutti gli sbirri un sms in cui li informava che i loro avversari trombavano tutti i giorni, senza pagare, e inoltre ce l'avevano lungo più di 5 cm. La rabbia e l'invidia scatenate da queste rivelazioni spiegano molti dei successivi comportamenti delle forze di polizia.

    La seconda squadra era composta dai sedicenti No-Global: più numerosi degli sbirri, si suddividevano in 3 gruppi

  • I disobbedienti, nemici delle divise e riconoscibili dalle tute bianche tutte uguali, avevano come obiettivo il night club Zona Rossa: una volta giunti lì si sarebbero aggiudicati la vittoria, oppure un'altra donzella se Vittoria fosse stata indisposta.
Il minaccioso e tetro aspetto di un Black Bloc
  • I Black bloc avevano il compito di arrecare danni a cose e persone per raggiungere il punteggio di 10mila entro lo scadere dei 3 giorni. Un'auto distrutta valeva 5 punti, una vetrina infranta 3, un McDonald's incendiato 10 e così via. I Black Bloc erano in realtà dei ninja, come si evince anche dalla loro uniforme nera.
  • I rimanenti, ovvero il grosso della squadra, erano semplici fricchetoni. Molti di essi appartenevano al Genoa Social Forum, una web community di tifosi rossoblu. Costoro non avevano un vero e proprio obiettivo, a parte sopravvivere, e si trovavano lì chi per curiosità, chi per saccheggiare, chi per fare ciao ciao con la manina in tv; potevano accumulare punti facendosi massacrare dagli agenti, ma erano punti di sutura, non validi ai fini della vittoria. Non avevano nemmeno un'uniforme, e questo permise ai Black Bloc e agli stessi sbirri di mischiarsi tra loro, rendendo la competizione ancora più difficile e avvincente.

I fatti

All'inizio era una noia. Le tute bianche forzarono il blocco della Zona Rossa per 15 minuti, dopodiché qualcuno gridò che la gelateria all'angolo serviva il tradizionale gelato ligure al gusto belìno, e il gruppo si disperse. Il comandante Luca Casarini ordinò ai disobbedienti di tornare all'attacco ma essi, giustamente, non obbedirono - ché se uno si fa chiamare in un modo un motivo ci sarà!

No Black bloc, no party!

Frattanto i Black Bloc erano gli unici a intrattenere il pubblico, seminando devastazione nella città e usando i loro trucchi ninja per scomparire dinanzi agli occhi degli sbirri. I quali, poverini, si affannavano di qua e di là cercando di fermarli ma niente, non ne prendevano neppure uno. Anche quando avrebbero potuto arrestarli facilmente rimanevano fermi a guardare, evidentemente terrorizzati dai loro passamontagna neri come un abisso nella tenebra dell'inferno in una notte senza luna. Però i Black Bloc erano troppo pochi per alzare da soli il livello dello show.
Da parte loro, i fricchettoni del Genoa Social Forum non erano interessati a gioucaure e si limitavano a sfilare in un inutile corteo di protesta contro il capitalismo, le guerre, la Sampdoria e il caldo di luglio.

Per fortuna dopo qualche ora, con grande senso della scena, ci pensarono gli agenti a movimentare la situazione: sotto gli sguardi ammaliati delle donne, tirarono fuori dai pantaloni i loro lunghi, dritti, duri, lucidi... manganelli e diedero sfoggio delle loro abilità per cui il mondo ce li invidia. Non potendo prendersela con i disobbedienti, ancora intenti a leccare il belìno, né con i Black Bloc, troppo pericolosi, si concentrarono naturalmente sui fricchettoni generici, che erano disponibili in abbondanza.

Lo stato democratico venne sospeso per tre giorni (così poco perché la destra era al governo da appena un mese); il fumo dei lacrimogeni si sostituì a quello della ganja e di tutte le canzoni di protesta una sola musica risuonava ancora: lo Ska-ppiamo.

Nel documentario girato sul campo Le strade di Genova (coi suoi svincoli micidiali) si vedono i manifestanti che al passaggio delle divise si piegano, perché i diritti venivano violati... “Non potete trattarci così!”, si sente gridare, “Come osate picchiarci, calciarci, arrestarci senza motivo? Mica siamo zingari!”.

Finalmente gli spettatori si vedevano ripagati i soldi del biglietto. Gli sponsor brindavano insieme agli organizzatori. E non era che l'inizio...

Piazza Alimonda, il cranio mi si sfonda

   La stessa cosa ma di più: Carlo Giuliani.

A Piazza Alimonda si verificò l'episodio più noto del G8, che ancora oggi viene citato come esempio della generosità e della nobiltà d'animo delle Forze dell'Ordine italiche.

Avvenne che tre sbirri si ritrovarono bloccati in una piazza, accerchiati da decine di no-global che, notoriamente, sono tutti froci omosessuofili infoiati. Temendo che il suo fiore venisse colto in quel luogo, uno dei tre estrasse la pistola e sparò alla cieca. La povera signora non vedente rimase illesa (“Me la sono vista brutta”, dirà in seguito), ma un ragazzo di nome Carlo Giuliani cadde a terra sanguinante. I tre, vedendolo in fin di vita e non avendo sondini nasogastrici a disposizione, mossi a pietà decisero di terminare le sue sofferenze schiacciandolo con la jeep - addirittura due volte: se non è umanità questa.

In seguito venne fuori che Carlo Giuliani li stava minacciando con un estintore, arma formidabile capace di causare l'estinzione di decine di specie in un colpo, ragion per cui lo sbirro fu assolto per legittima difesa. Non quello che ha sparato: quello che guidava.

Macelleria mexicana, chico!

AH! SÌ, COSÌ! ANCORA!

La cronaca del tempo ha diffuso la leggenda tendenziosa che nella notte del 21 luglio si sarebbe consumato un massacro ai danni di manifestanti innocenti accampati nella scuola Diaz. In seguito, storici di entrambe le parti (sia Libero che Il Giornale) hanno fatto chiarezza su queste vicende e districato la matassa di bugie e mezze verità opera della stampa all'85% comunista. In particolare:

  • il pestaggio non fu eseguito dalla polizia bensì da Bud Spencer in ansia premestruale
  • le macchie rosse sulle pareti erano macchie di vernice con cui i no-global stessi avevano imbrattato la scuola
  • all'interno i membri del Genoa Social Forum stavano costruendo una molotov (una sola ma potentissima, almeno 30 volte più di un estintore, la cosiddetta molotov nucleare ), organizzando attentati alle Torri Gemelle e usando bandiere di Israele per pulirsi il naso (per non dire cosa si pulivano con la bandiera degli USA...)
  • i comunisti erano alleati di Tito che ha fatto le foibe! FOIBEFOIBEFOIBEFOIBE!

Garage Bolzaneto

Centinaia furono i no-global arrestati per il reato di fricchettonaggio molesto. I fermati vennero trasferiti a Bolzano, in un centro tra le montagne dove alcuni educatori si occuparono di risolvere il loro disagio sociale. Gli ospiti del programma di riabilitazione venivano coinvolti in attività ricreative come il canto (in particolare dei classici come Faccetta nera senza tralasciare nuovi originali e creativi motivetti quali "Uno due tre, viva Pinochet, quattro cinque sei, a morte gli ebrei, sette otto nove, il negretto non ci commuove!" scritti lì per lì da agenti-cantautori), il gioco sacco-pieno sacco-vuoto sacco-mezzo (per circa 12 ore di fila, pensa te che divertimento) e sottoposti a massaggi rilassanti e fisioterapia di qualità. Il tutto a spese dello stato. Mica male.

Bilancio finale

Il G8 successivo si tenne nel villaggio dei Puffi.

Il G8 di Genova fece un'ottima impressione sugli ospiti, malgrado la sangria annacquata. Da allora l'Italia venne sempre invitata a tutte le cene, i party, gli aperitivi e i veglioni di capodanno. Il presidente si è detto “soddisfatto” della riuscita perché “ha fatto bel tempo, la città è ancora in piedi e non è morto nessuno di importante. Prima o poi ne faremo un altro”, ha aggiunto. Sembrava una delle tante minacce promesse non mantenute, ma nel 2009 è divenuta realtà...


Note

  1. ^ Fuori corso da giugno 2001.
  2. ^ Sì, proprio quello moderno antifascista e amico degli immigrati.