Fratelli Montgolfier

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Il primo volo dell'uomo, salutato dal passaggio delle frecce tricolori.

I fratelli Giusmichele Montgolfier (Afèsse èu Màmmete, 1740Parigi, in provincia di Nanterre, 1810 bis) e Stefano Étienne Montgolfier (Las Vegas, 1750Seattle, 1966) furono dei famosi tappezzieri francesi conosciuti per aver tappezzato il mobilio di Luigi XV e di Luigi XVI per un totale di Luigi XXXI nonché per l’invenzione della mongolfiera, il pallone aerostatico che funziona con aria calda, anche se pure l’invenzione dei bicchieri di carta diede loro molta popolarità. Infine, per consentire il volo degli aerostati, i Montgolfier inventarono anche l'aria calda.

I fratelli Montgolfier furono i primi a progettare il decollo di un oggetto, i primi a progettare un aeromobile che portasse una persona e i primi a volare nel cielo molto dopo Icaro e molto prima di Superman. Purtroppo non furono i primi ad inventare anche l’atterraggio e le persone portate in cielo non vennero riportate indietro mai più, ma questo non deve sminuire i meriti dei due fratelli del volo, che in seguito a questa invenzione straordinaria vennero nominati membri dell’Accademia delle scienze di Parigi, baronetti della regina e soci onorari di Topolino.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Fratelli Montgolfier

Biografia

I due fratelli nascono in una famiglia di ricchi fabbricanti di bicchieri di carta. Il padre, Pierpierre Montgolfier (1783-1793), fu il primo a fabbricare bicchieri del genere ed aveva fatto soldi a palate.

Tra i due fratelli era Giusmichele quello intellettuale perché aveva studiato per 6 anni all’alberghiero e sapeva apparecchiare una tavola per dodici senza usare le mani.

Stefano Etienne (in italiano: Stefano preso due volte) era molto meno incline agli affari e probabilmente l’aver imparato a contare solo fino a dodici ne fu una delle cause. Dotato tuttavia di un estro creativo pari soltanto alle dimensioni del suo scroto (“una cosa mostruosa” - giurano quelli che l’hanno visto) Stefano capì alcune intuizioni che prima di lui non aveva capito ancora nessuno, o chi le aveva capite si era dimenticato di dirle a qualcuno o quantomeno di salvarsele su Word. Tali intuizioni erano:

  • L’aria è composta da aria.
  • L’aria galleggia nell’aria e sostiene il volo degli uccelli.
  • Gli uccelli ci cagano addosso.
  • Gli uccelli non ci svelano il segreto del volo perché non parlano la nostra lingua. E poi perché sono degli stronzi.
I fratelli Montgolfier - fototessere per la patente.

Una sera dopo una sbronza epocale, Etienne notò che mettendo una pentola piena d’acqua su di un fuoco, l’acqua diventava vapore e che con quel vapore si poteva sollevare un panno. O farsi l’aerosol se si è raffreddati.

Dei due fratelli fu però Giusmichele per primo a considerare la possibilità di costruire una macchina volante. Giusmichele iniziò a svolgere degli esperimenti specifici nel novembre del 1782, quando la sera era troppo stanco per continuare a fare cose normali come leggere un libro o sparare ai gatti randagi col suo fucile da caccia.

Sulla base di questi ragionamenti costruì un piccolo pallone di stoffa (delle dimensioni di 1 x 1 x 1,3 metri x 3 x 4 = 12 scrivo due e riporto uno) utilizzando una vecchia scatola di scarpe con le scarpe ancora dentro, carta igienica e colla vinilica. Sotto il pallone accese un falò di carta. L’aria penetrò nel pallone di stoffa, lo riempì, ma il palloncino non si sollevò: aveva appena inventato la tenda a ossigeno ma non era questo che il francese sperava di ottenere. Per avere un aerostato era necessario che il pallone si sollevasse da terra.

Dopo le opportune modifiche Giusmichele convinse poi il fratello a costruire un primo aerostato ad aria calda scrivendogli le seguenti poche, profetiche parole:

« Noi come i gabbiani, proveremo l’immensa ebbrezza di cagare in volo sui passanti. »

Da quel momento in poi ai due fratelli venne riconosciuta la totale infermità mentale e lavorarono assieme al progetto ininterrottamente, tranne che nei festivi e nei giorni feriali.

I primi voli

I due fratelli costruirono un primo apparecchio, in scala, tre volte più grande del modellino ma ancora troppo piccolo per poter essere definito a norma; nel volo inaugurale c’entravano due persone a patto che una tenesse una coscia fuori dalla cesta. Nel suo primo volo, il 14 dicembre del 1782, erano presenti due mendicanti ubriachi ed il proprietario del parcheggio che affittarono per quelle prove. La spinta di sollevamento fu così forte che essi caddero subito dalla cesta mentre l'aerostato volò per circa 2 chilometri prima di essere abbattuto da una soldato al suo primo giorno di lavoro che l’aveva scambiato per un disco volante.

Prima della mongolfiera si volava solo così.

Visto il successo dell’operazione e visto che l’affitto del parcheggio era costato più del previsto, i fratelli Montgolfier decisero di svolgere una nuova dimostrazione, questa volta in pubblico, del funzionamento dell’aerostato ad aria calda. Realizzarono un pallone sferico a forma di pallone sferico costruito con tela di sacco e Domopak, il tutto tenuto insieme da corde di liuta e da un paio di gomme masticate gusto cola. L'involucro sviluppava un volume interno di quasi 790 m3 d'aria, pesava 225kg e puzzava di cavolo. Nella cabina stavolta c’entravano comodamente tre passeggeri oppure un passeggero e un alce a seconda delle preferenze.

Il 4 giugno del 1783 (l’8 marzo 1720, secondo la Questura) l'aerostato fu fatto volare nella prima dimostrazione pubblica ad Annonay, di fronte a un gruppo di curiosi e al sindaco di Castellamare di Stabia. Il volo coprì circa 2 km (15 metri, secondo la Questura), durò 10 minuti e raggiunse l'altitudine stimata di 2.000 metri (26 centimetri, sempre secondo la Questura).

La notizia del successo raggiunse rapidamente Parigi dove i giornali uscirono tutti con lo stesso titolo:

« Pallone di Domopak spaventa la folla. Trezeguet resta alla Juve. »

Vi era però qualche preoccupazione sui possibili effetti di un volo in alta quota su degli esseri viventi e fu per questo che, prima di volare a quote ancora più alte, si decise inizialmente di sperimentare su degli animali. Il 19 settembre del 1783 (l’8 settembre del 1943, secondo la Questura) l' "Aerostate Révellion" fu fatto volare con a bordo i primi aeronauti viventi: una pecora, un'oca, un gallo e una trota, che morì poco prima dell’inizio del volo. Questa dimostrazione ebbe luogo di fronte a un'immensa folla raccolta nel palazzo reale di Versailles alla presenza di Re Luigi XVI e della Regina Maria Antonietta, troppo intenta a nascondere un succhiotto fattole dal conte Fersen coprendosi con un ventaglio per prestare realmente attenzione a ciò che stava accadendo.

1785: la prima grigliata di carne a bordo di una mongolfiera della storia.

Il volo durò circa 8 minuti, l’aerostato coprì 3Km volando obliquo e raggiunse un'altezza di circa 500 metri. Gli animali rimanenti, comunque, completarono il volo senza conseguenze; solo il gallo vomitò per tutto il viaggio e non volle mai più ripetere un’esperienza simile. L’invenzione rappresentò un trionfo, persino il Re ne capì subito le incredibili potenzialità:

« Bello, bellissimo! A che serve? »

A seguito del successo dell'esperimento di Versailles, i fratelli Montgolfier iniziarono la costruzione di un aerostato da 1.700 m3, con alzacristalli elettrici e servosterzo che potesse consentire il volo con un equipaggio umano. Il 21 novembre del 1783 è una data destinata a rimanere nella memoria collettiva ma non ricordiamo il perché.

Il 22 novembre invece i fratelli Montgolfier trovarono due volontari disponibili a salire sulla mongolfiera al posto loro: si trattava di Pilâtre de Rozier e del marchese d'Arlandes, due sventurati che avevano accettato l’uno per avere facile notorietà (a quei tempi il Grande Fratello non esisteva ancora) e l’altro per sfuggire ai creditori.

Partiti da Priàmme à Maronne, il pallone cominciò a sollevarsi in verticale senza mai fermarsi. Dopo 15 secondi di volo se ne persero le tracce:

  • Dopo un‘ora e quindici minuti cadde dall’alto la zavorra e un pezzo della cesta.
  • Dopo un’ora e trenta, due tiranti e un pezzo del parrucchino del marchese d’Arlandes
  • Dopo due ore e dieci, l’indice della mano destra di de Rozier e il suo cellulare.


Ai due sventurati venne dedicata una lastra di plexiglas con due righe d’encomio scritte dagli stessi fratelli Montgolfier:

« Portate giù il pallone, brutti stronzi, dobbiamo ancora finire di pagarlo! »

Gli anni seguenti

Nel 1766 lo scienziato inglese Henry Cavendish scoprì l'idrogeno per puro caso in uno dei cassetti della scrivania e la storia degli aerostati cambiò.

L'evoluzione della mongolfiera: il pedalò.

Lo sviluppo dell’aerostato a gas d’idrogeno si rivelò subito molto più vantaggioso dell’aerostato ad aria calda perché in caso di problemi la mongolfiera ad idrogeno bruciava molto più rapidamente e le prove dell’insuccesso potevano essere subito cancellate. Alla fine, dopo alcuni esperimenti di transizione, più che altro variazioni sul tema (il pallone ad aria fredda, il pallone ad energia solare, la mongolfiera ad acqua, il sommergibile), il pallone ad idrogeno ebbe la meglio, ma i Montgolfier non poterono vedere l’ennesimo passo falso nell’evoluzione del volo perché nel frattempo erano morti.

I fratelli in vita avevano chiesto una cerimonia funebre molto semplice e così è stato: vennero gettati in una fossa comune assieme ai cadaveri dei condannati a morte.

I fratelli Montgolfier con i loro coraggiosi esperimenti hanno dato il via alla conquista dell’aria, aprendo la strada all’invenzione dei dirigibili, dei palloncini e degli assorbenti con le ali. Il loro contributo all’evoluzione dell’uomo è stato determinante e i loro nomi resteranno sempre legati alla storia del volo, oltre che a quella dei bicchieri di carta.