Evasione fiscale

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« Evasione fiscale, stravolgente notizia: qualcuno non ha pagato le tasse quest’anno, ma non si sa chi sia il colpevole, gli investigatori ci informano “deve essere stato un italiano” 60 milioni gli indagati. »
(Servizio giornalistico seguente alla scoperta che l'Italia non funziona)

L'evasione fiscale è il primo sport praticato in Italia, nonostante non sia dichiarato da nessuno. Il gioco consiste nel prendere per il naso lo Stato, dichiarando di guadagnare, poniamo, 10.000 l'anno, mentre se ne guadagnano millemila. Si tratta di un'azione estremamente deplorevole e indegna di persone civili, ma tanto lo fanno tutti!

È risaputo che a tutt'oggi il faraone Cheope non ha mai pagato un soldo di tasse per la piramide che s'è fatto costruire, tra l'altro su terreno sottoposto a vincolo archeologico. Nel 2004 gli venne inviata la prima ingiunzione di pagamento, ma fu troppo tardi: era già morto.

Storia dell'evasione fiscale

I primi evasori fiscali della storia furono senza dubbio gli scimmioni di 2001: odissea nello spazio, dato che omisero volontariamente di dichiarare al Fisco l'acquisizione di un monolite dal valore di suppergiù un centinaio di clave, al valore dell'epoca.

Altro esempio illustre di evasore fiscale fu il faraone egiziano Cheope, il quale, per assorbire i guadagni non dichiarati ottenuti tramite lo smaltimento abusivo di mummie nel Nilo, ordinò la costruzione della famigerata piramide.

L'evasione fiscale nell'antica Roma

Fu all'epoca del grande Impero Romano che gli evasori fiscali affinarono le tecniche che permisero loro di sopravvivere attraverso i secoli.

Uno dei più geniali e attivi frodatori professionisti fu, senza dubbio, Giulio Cesare, il quale arrivò addirittura ad assoldare dei finti pirati affinché lo rapissero e chiedessero un forte somma per il rilascio, in modo che i familiari pagassero e i soldi in più andassero a finire in un banca svizzera. Accadde però che i pirati chiedessero una somma troppo piccola per poter riempire il buco da miliardi di dindini lasciato nel bilancio del futuro dittatore, per cui Cesare suggerì loro di aumentare il riscatto. Poiché però i pirati non stettero ai patti e vollero tenersi più della quota pattuita, Cesare, da gran tirabidoni qual era, decise di inseguirli fingendo un impeto di valore e di orgoglio e li colò a picco prima che dicessero "A"(cioè prima che testimoniassero contro di lui).

Robertino Cappuccio in un arazzo rinvenuto a Sherwood, datato 700-800 d.C.

Comunque, Cesare fu soltanto uno tra i tanti famosi evasori che rimasero attivi a Roma. Basterà citare, a puro titolo esmplificativo, Vespasiano, che fece costruire un'infinità di gabinetti pubblici a sue spese per sviare gli esattori.

Ma ora facciamo un balzo avanti di qualche secolo...

L'evasione fiscale nel medioevo

Nel Medioevo i ricchi signorotti e la nobiltà si trovarono di fronte a un terribile dilemma: non avevano la minima intenzione di pagare le tasse, ma non potevano nemmeno abbuonare le tasse a tutti, perché se no si sarebbero trovati per strada in poco tempo. Per scongiurare questa eventualità decisero di adottare una strategia innovativa: spremere fino all'osso i plebei ed esentare i nobili dal pagamento di tasse, imposte e gabelle. Questa astuta tattica permise di coprire i costosi banchetti di corte e, a volte, di riuscire a mettere da parte qualcosa per comprarsi il motorino. L'unica difesa per i poveri plebei era un certo Robertino Cappuccio.

I Reali di Spagna, Portogallo e Inghilterra lanciano la moda dei paradisi fiscali

Un rarissimo ritratto del Barone De' Nani

Con la scoperta dell'America, moltissimi Paesi si avventurarono nella corsa alle colonie. Quest'idea si rivelò particolarmente utile per investire capitali all'estero e per giustificare eventuali sbavature nei bilanci nel caso di una visita improvvisa della Guardia di Finanza. Naturalmente ebbero un ruolo fondamentale le banche svizzere nelle quali gli astuti nobili e regnanti depositavano il frutto delle loro furberie e malefatte. Gli studiosi hanno rinvenuto una testimonianza diretta su pergamena di una perquisizione nel castello del Barone De' Nani:

- Finanziere: “Barone, i suoi conti non tornano! Mi segua in questura, per favore.”
- Barone: “Eh, sa com'è, brigadiere, ho investito parecchio nelle miniere d'oro in America, ma è dall'ultima volta in cui c'è stata un'invasione di Indiani che non ricevo notizie”
- Finanziere: “Va be', va be' ma guardi che la tengo d'occhio, sa?”

Questo dialogo dimostra che, portando come scusa un investimento in America (che fosse di the, banane o canguri non faceva differenza: funzionava lo stesso), la Pula ti lasciava in pace per un bel po'.

Dalla Rivoluzione Francese ai giorni nostri

Con la caduta della monarchia in Francia, e quindi delle differenze tra classi sociali, iniziò una lotta sfegatata all'evasione fiscale, che fino a quel momento era stata il tratto distintivo della nobiltà e della borghesia. Uno dei più assidui sostenitori della lotta all'evasione fu Robespierre, il quale era talmente zelante nel fare il suo lavoro da tenere sempre in tasca una lista dei sospetti. Robespierre aveva però un difetto. Era talmente amante del proprio mestiere e contrario all'evasione fiscale, che faceva ghigliottinare chiunque avesse una sbavatura da appena mezzo franco nella propria dichiarazione dei redditi. Proprio per questo non era particolarmente amato dai suoi compatrioti, che un giorno decisero di toglierselo dai piedi falsificando la lista e consegnandola al boia. Sanguinò parecchio.

Lui mentre prega Santa Corruzione affinché ricordi al giudice che si occupa del suo processo di essere clemente

Non sono documentati eventi particolarmente eclatanti nella storia dell'evasione durante le guerre, dato che erano tutti così poveri che non c'era molto da evadere: era già una fortuna avere la carta per scriverci la dichiarazione dei redditi, figurarsi se uno si azzardava a rischiare l'arresto.

Arriviamo così ai giorni nostri veri e propri, che vedono l'avvento di nuove tecniche di evasione, ma anche di lotta (v. paragrafo La lotta all'evasione). Il vero protagonista dell'evasione fiscale nel nuovo millennio è però lui, l'uomo di cui i sondaggi dicono ogni giorno una cosa diversa, l'autore delle celeberrime opere autobiografiche Come feci cucù alla Merkel e del bestseller Come feci vergognare l'intera nazione presentandomi in pubblico in bandana. Signore e signori, Nonciclopediane e Nonciclopediani, Lui!

Processato più volte per idiozia molesta ed (ebbene sì) evasione fiscale, si è sempre riuscito a salvare per il rotto della cuffia corrompendo i giudici e facendo approvare leggi che gli parassero il deretano.

La lotta all'evasione fiscale nel corso dei secoli

Uno Sceriffo di Nottingham spronato da un superiore a essere più zelante

La prima sezione di polizia finanziaria organizzato separatamente dagli esattori (la cui attività è documentata sin dal tempo degli Egizi) fu la Guardia Finantiae, reparto speciale del corpo dei vigiles organizzato dai Romani come un corpo paramilitare, suddiviso in centurie e coorti.

Fu poi la volta (in età medievale) di un organismo più stratificato e complesso, il Regio Corpo degli Sceriffi di Nottingham che, con un'opera seria, onesta e imparziale, contribuì al contenimento del fenomeno seppure in tempi così difficili. Fondatore del corpo è considerato il Principe Giovanni, noto filantropo, sovrano divenuto famoso per essere giusto, leale verso i suoi sudditi e favorevole a una critica costruttiva (in genere i dibattiti si tenevano alla presenza del boia).

Facciamo ora un salto fino al Novecento quando un certo austro-ungarico fondò la Guardien di Finanzen, incaricata di accusare gli ebrei di evasione e di curarne la deportazione (serviva quindi ad alleggerire il lavoro delle SS: avevano così tanto da lavorare in quel periodo, poverine). Dopo la guerra, in Italia, venne fondata la Guardia di Finanza, che rimase tale e quale fino ai giorni nostri.

Evadere il Fisco

E ora il motivo per cui, sono certo, avete cliccato sul link di questa pagina: come evitare di venire incastrati per una banale questione di tasse.

Sprachen Sie Deutsch?

Questa tattica consiste nel fingere di essere stranieri e di essere in affitto presso una grande agenzia immobiliare. Per preparare al meglio la messinscena, dovrete imparare a memoria un centinaio di parole in una lingua completamente inventata, ma almeno verosimile (evitate di mettervi a sputacchiare parole come kjabshfnvkahdbvjjhbvahfvb oppure daretrufnvksjdjfuhrtllosap). Quando suoneranno i finanzieri, aprite la porta con calma e salutate cordialmente nel vostro fluente dialetto della Slidavia Settentrionale, intercalando poi in un lungo e logorroico monologo di benvenuto. A quel punto subentrerà vostra moglie/fidanzata/sorella/amica che, con spiccato accento dell'Europa dell'Est, spiegherà che voi non parlate né capite l'Italiano, offrendosi di tradurre. Seguirà la spiegazione da parte degli agenti del fatto che non risulta alcuna vostra dichiarazione dei redditi, al che - dopo aver ascoltato la falsa traduzione, ovviamente - voi replicherete, attraverso l'interprete, che siete stranieri non residenti, pertanto non dovete dichiarare alcun reddito al Fisco Italiano. Se dovessero, in uno slancio di diligenza[Ma fatemi il piacere], chiedervi il passaporto, voi estrarrete la colt 44 che vi sarete preventivamente procurati[1] e aprirete il fuoco, poi scappate.

Ecco cosa mi ero dimenticato!

Preparate una falsa dichiarazione dei redditi e tenetela a portata di mano. F-f-fatto? B-b-bene! Quando suonerà la Finanza, chiamate vostra moglie/fidanzata/sorella/amica e chiedetele se ha fatto lei la dichiarazione, ingaggiando un dibattito furioso, durante il quale voleranno piatti e bicchieri, ma alla fine salterà fuori che la dichiarazione suddetta è nel cassetto della scrivania. Salutate i finanzieri promettendo di andare all'Agenzia delle Entrate l'indomani per consegnarla. Va da sè che non ci andrete, anzi, preparerete al più presto la valigia ed emigrerete in Borduria.

Ti farò un'offerta che non potrai rifiutare

Per attuare questo schema, si renderà necessaria una lunga e minuziosa preparazione. Innanzitutto dovrete metter su una solidissima famigghia mafiosa, con forti influenze negli alti ambienti della politica e della giustizia[Se così si può definire]. Qualora vi dovesse arrivare una citazione per evasione fiscale, non dovrete far altro che fare una telefonata e i vostri agganci nella G.d.F. provvederanno a insabbiare il caso, altrimenti dovrebbe essere sufficiente una vostra seconda telefonata per far insabbiare o meglio cementare l'ispettore che segue il caso. Bello essere un boss, vero?

Note

  1. ^ Ops! Non ve l'avevo detto, per caso?

Voci correlate