Ettore Majorana

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Lo sguardo sveglio di Majorana irradiava intelligenza.
« Ettore Majorana era un genio, come Galileo e Newton. Aveva quello che nessun altro al mondo ha. Sfortunatamente gli mancava quello che è invece comune trovare negli altri uomini: il semplice buon senso. Ed è per questo che il premio Nobel l'ho vinto io. SUUUUCA! »
(Enrico Fermi rende onore al suo allievo e collega)
« Vado un attimo a comprare le sigarette. »
(Ettore Majorana)

Ettore Majorana (Catania, 1906 - Boh, ???) è stato uno scienziato italiano, celebre per essere scomparso nel 1938 dopo un viaggio via mare da Napoli a Palermo, il che da quelle parti non è troppo insolito, ma lui non aveva un blocco di cemento ai piedi. Ha fatto anche delle importanti scoperte nel campo della fisica teorica, forse.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Ettore Majorana

Vita

Nacque a Catania in una famiglia di geni: il padre e il nonno avevano due lauree, uno zio era ministro, un altro fisico e un altro ancora rettore universitario. Anche il cane di casa era laureato, in scienze della comunicazione. Crescendo in questo ambiente anche Ettore divenne di intelligenza eccezionale. Fin da piccolo era capace di fare a memoria complessi calcoli matematici in brevissimo tempo, tanto che risolveva compiti di matematica per le scuole superiori, pubblicando poi la soluzione su un sito web a pagamento. Inoltre era un precocissimo campione di scacchi, anche se quando la partita si prolungava oltre un certo orario aveva la tendenza a infilarsi in bocca un alfiere e succhiarlo come un ciuccio per poi addormentarsi.

Per seguire le orme del padre si iscrisse a ingegneria, ma si stufò perché era troppo facile e decise di passare a fisica, che era anche più vicina a casa sua e gli permetteva di svegliarsi più tardi la mattina. Prima però volle sottoporre Enrico Fermi, che all'epoca era un giovanissimo professore di fisica teorica, ad una sorta di esame di ammissione, per vedere se fosse degno di diventare suo docente. Fermi superò l'esame (un 22 stentato), e Majorana iniziò a frequentare l'istituto di fisica, situato in via Panisperna.[1]

L'istituto era pieno di talenti: oltre a Fermi, vi erano Bruno Pontecorvo, Emilio Segré, Edoardo Amaldi e Franco Rasetti. Questo gruppo di fisici divenne in seguito noto come "i ragazzi di via Paal Panisperna". In confronto a Majorana, però, non erano altro che caccole con la media del 30. Nel 1929 Ettore si laureò con 110 e lode, complimenti della commissione e pompino accademico.[2] In seguito alla laurea svolse vari studi su argomenti diversi, ma senza soffermarsi a lungo su nessuno di essi; alcuni maligni insinuano che Majorana interrompesse le ricerche immediatamente dopo aver ricevuto i fondi. Quello che è certo è che Majorana spesso arrivava all'istituto a bordo di automobili decappottabili e accompagnato da donne appariscenti.

Nel 1933 i suoi colleghi della facoltà di fisica riuscirono a convincerlo a fare un viaggio in Germania per toglierselo dai piedi metterlo in contatto con i migliori fisici tedeschi. In Germania Majorana conobbe Werner Heisenberg, con il quale ebbe una proficua collaborazione nei sei mesi della sua permanenza: le birrerie e i bordelli di tutta Lipsia conobbero un periodo di prosperità tale da avere un effetto benefico sull'intera economia tedesca che si stava riprendendo dalla crisi del '29. Tra una bevuta e l'altra i due discutevano di fisica, e fu proprio in Germania che Majorana pubblicò per la prima volta un suo lavoro scientifico, intitolato Mein Kampf (Majorana non sapeva il tedesco).

Al ritorno dal viaggio Majorana era ancora più strano: non si lavava, usciva raramente di casa e non apriva la posta. Le rare volte in cui si recava all'università aveva l'abitudine di riflettere su un'idea, svolgere dei calcoli su un pacchetto di sigarette e poi gettarlo in un cestino. In queste occasioni Fermi aspettava che lui uscisse per frugare tra i rifiuti e recuperare il pacchetto con i calcoli.

Con sessant'anni di ritardo è già tanto se hanno trovato una foto.

Nel 1937 fu nominato professore all'Università di Napoli, ma anche qui continuò a condurre una vita solitaria. Il 25 marzo 1938 si imbarcò per Palermo su un traghetto della Tirrenia. Quella stessa mattina aveva scritto una lettera ai familiari che conteneva poche, oscure parole:

« Ho un solo desiderio: che non vi vestiate di nero. Se volete inchinarvi all'uso, portate pure, ma per non più di tre giorni, qualche segno di lutto. Dopo ricordatemi, se potete, nei vostri cuori e perdonatemi. Addio, schiappe! »

Dopo l'imbarco sul traghetto, Majorana scomparve.

I suoi parenti fecero tutto il possibile per cercarlo, intervenendo perfino presso il Duce. Mussolini si impegnò a fondo per ritrovare Majorana, mosso dal timore di perdere uno scienziato tanto valente: diede ordine al capo della polizia Bocchini di cercare Majorana in lungo, in largo e in profondo, e scese lui stesso in strada vestito da Sherlock Holmes con una lente d'ingrandimento in mano e un segugio al guinzaglio. La Domenica del Corriere invece bandì il concorso a premi Che fine ha fatto Ettore Majorana?, in cui si potevano vincere fino a 2000 lire in gettoni d'oro ogni settimana, indovinando in quale nazione si trovava Ettore Majorana e dove aveva nascosto il bottino. Ultimo ma non meno importante, nel 1996 anche Chi l'ha visto? si occupò del suo caso, non perché ci fosse ancora una qualche speranza di trovarlo ma perché sembrava brutto tutti sì e loro no. Fu tutto inutile, Majorana non venne mai trovato.

Ipotesi sulla scomparsa

Ricostruzione dell'accaduto secondo il Guzzanti.

La scomparsa di Majorana ha costituito un importante argomento nel dibattito scientifico italiano. Periodicamente saltano fuori nuove teorie sull'accaduto, ma nessuna è riuscita a fare luce sul mistero.

Lo scrittore Leonardo Sciascia dedicò un libro alla vicenda, intitolato La scomparsa di Majorana,[3] in cui avanzava l'ipotesi che Majorana avesse intuito dalle sue ricerche i possibili sviluppi che avrebbero poi portato alla costruzione della bomba atomica, e preso da una crisi di coscienza si fosse rinchiuso in un convento di clausura. A sostegno di questa ipotesi c'è la proposta di beatificazione, recentemente avanzata da un convento dei monti Nebrodi, di un tale Fra' Plutonio, che era in grado di far crescere verdure grandi anche il triplo di quelle normali, e fluorescenti.

Secondo un'altra ipotesi, invece, Majorana si nascose sotto la falsa identità di Tommaso Lipari, un barbone che si aggirava per la Sicilia. Costui era incredibilmente versato nelle materie scientifiche, tanto che risolveva i compiti dei ragazzini in cambio di cibo, esattamente come Majorana si faceva pagare per le soluzioni dei compiti di matematica. Si riuscì inoltre ad effettuare un'analisi della grafia del Lipari, che rivelò forti somiglianze con quella di Majorana: entrambi scrivevano con la mano destra.

Un'ipotesi minoritaria sostiene che Majorana stesse tranquillamente fumando una sigaretta,[4] quando all'improvviso scomparve senza lasciare traccia. Questa teoria è stata soprannominata Puff, non c'è più, in omaggio alla più celebre teoria del Puff, eccolo qua sull'origine dell'universo.

L'ultima apparizione di Majorana...

Infine, una nuova ricostruzione dei fatti è stata ipotizzata di recente da C. Guzzanti, secondo cui l'improvvisa scomparsa di Majorana era dovuta alla sua partecipazione a un progetto top-secret: la costruzione del razzo spaziale Repentaglia IV che un gruppo di fascisti, guidati dal gerarca Gaetano Maria Barbagli, usarono per atterrare su Marte.

Avvistamenti e allucinazioni

Vi sono molte persone che nel corso degli anni hanno sostenuto di aver visto Majorana in giro a fare le cose più assurde. Qui di seguito sono riportate le testimonianze più attendibili.

  • 19 giugno 1939: una vecchietta di Milano vede Majorana suonare al suo citofono con insistenza e poi scappare via.
  • 3 luglio 1947: un agricoltore di Roswell, New Mexico, vede Majorana prendere il sole nel deserto, ma temendo di essere preso per pazzo racconta agli agenti dell'FBI accorsi sul posto che in realtà si trattava di tre alieni grigi che giocavano a poker col morto.
  • 15 febbraio 1950: un cinquantenne di Ancona litiga con Majorana per il parcheggio, riportando la frattura del setto nasale.
  • 23 ottobre 1954: un portoricano terrorizzato vede sbucare Majorana, invecchiato e con una lunga barba, da un cesso di Manhattan.
  • 20 maggio 1960: Majorana appare alla Madonna.

Curiosità

  • Antonino Zichichi ha fondato un centro studi intitolato a Ettore Majorana, approfittando del fatto che il grande scienziato, essendo scomparso, non può andare a prenderlo e fargli un mazzo tanto.

Note

  1. ^ Panisperna. Con la N. Lo so a cosa stai pensando, zozzone.
  2. ^ Il bacio non era abbastanza.
  3. ^ Madonna che fantasia.
  4. ^ È stato infatti dimostrato che nel 73% dei casi di sparizioni misteriose lo scomparso aveva acquistato delle sigarette poco prima di essere visto per l'ultima volta. Per un approfondimento della relazione tra fumo e sparizioni si consiglia la lettura di Smoking and wormholes, di Stephen Hawking, edito in Italia come Le scomparse e la marijuana.