Emanuele Filiberto di Savoia

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Le avventure


di Emanuele Filiberto


di Savoia


Legenda:

  • In azzurro Savoia il rampollo Savoia.
  • In volgare nero gli schiamazzi della plebe.

Filiberto presenta: Campagna elettorale con l'U.D.C.

E poi via, verso nuove, mirabolanti avventure


E ora, una rapida biografia del Principe

Vita e opere

Emanuele Umberto Reza Ciro René Maria Filiberto di Savoia, ultimogenito di casa Savoia, bipede (1972, Ginevra - deambulante), è l'erede al trono al 50%, alla pari col cugino Amedeo di Savoia-Aosta.

« Qualis pater, peior filius. »
(Motto di Casa Savoia.)

Sciagura che affligge ciclicamente ogni dinastia, la maledizione del figlio scemo (su quattro generazioni in media ci sono due soggetti normali, un genio e un idiota che manda a puttane il lavoro dei predecessori) ha colpito anche casa Savoia. E ha colpito con gli interessi: due scemi di fila, un record.

Infanzia e giovinezza

Il piccolo Emanuele Umberto Reza Ciro René Maria Filiberto di Savoia (d'ora in poi Emanuele Filiberto) nasce all'ospedale di Ginevra nel 1972, in esilio; il suo primo impatto col mondo non è dei migliori. L'ostetrica, una Svizzera ferocemente repubblicana, appena dopo averlo estratto con l'ausilio di un'aspirapolvere, lo prende in braccio, lo soppesa, lo scruta perplessa e, come da procedura, parte con gli schiaffi. Alla madre, rea di aver perpetuato la stirpe.

La risposta è sì. Emanuele Filiberto è riuscito a perdere comunque.

La santa donna capisce subito che quel figlio tanto voluto[citazione necessaria] sarà fonte di infiniti problemi per la famiglia. Il piccolo Emanuele Filiberto, dal canto suo, pur con i palesi limiti dovuti alle connessioni neurali solo parzialmente complete, intuisce già dalla prima occhiata alla madre che la sorte non è stata particolarmente benevola con lui, almeno dal punto di vista strettamente genetico-ereditario.

« Cette garçon el me darà probloms, me lo sònt... é tutt sòn pér! »
(Mamma Savoia)
« Gnè ueèè anghi ma-mà nghhè nghè gnèèè »
(Le prime parole del piccolo Savoia. Nella conoscenza delle lingue straniere non andrà oltre.)
Comprereste una dinastia usata da quest'uomo?

Di lì a qualche giorno, per celebrare la nascita, i genitori addobbano la cancellata della loro villa con decine di fiocchi. Marroni.

L'infanzia del real rampollo trascorre felice tra i suoi pari di sangue blu, e viene mandato a studiare nelle più prestigiose scuole per nobili decaduti d'Europa. Anni da tipico studente medio; la sua pagella, alla voce Commenti recita immancabilmente

"Povera stella, ci prova, ma non ci arriva proprio ".

È comunque l'unico alunno della storia al quale vengano concesse le attenuanti generiche.

"P.S. Ma con dei genitori del genere, è già un miracolo che sappia allacciarsi le scarpe. "

Sono anni grami, di esilio forzato dalla terra dei suoi avi, costretto a vivere in un'angusta villa di 250 stanze con vista sul lago di Ginevra. Una vita francamente insopportabile per chiunque, piena di tormenti e sofferenze, che soltanto 260 milioni di euro basterebbero a lenire. Si scherza ovviamente, chi sarebbe così idiota da chiedere 260 milioni come risarcimento per un esilio?

Il rientro dei Savoia

Filiberto al momento della nomina a "Grand'Ufficiale delle Torte di Nonna Papera", ad oggi l'unica onorificenza seria ottenuta.

Il 10 novembre 2002, entra in vigore la riforma dell'obsoleta Costituzione Italiana[1]: i Savoia possono finalmente rientrare sul suolo patrio.

La famiglia Savoia è in tripudio: il padre festeggia come al suo solito, sparando ad alzo zero su dei turisti tedeschi di passaggio. Dopodiché, assieme alla consorte, donna pia e morigerata, prende la Fiat Culo usata dal nonno per scappare a Brindisi e fa partire un carosello per le strade di Ginevra. La coppia può finalmente dar sfogo a tutto l'odio represso verso gli elvetici: lui brandisce una bandiera in fiamme della Milka, mentre a ogni incrocio la pia donna mostra le nobili terga dal finestrino, inveendo contro gli usi secolari degli Svizzeri, quei "fottuti repubblicani mangia Emmenthal".

I due Savoia partono per l'Italia la notte stessa. A bordo della Fiat Culo e inseguiti dalle volanti svizzere, riescono dopo una rocambolesca fuga a raggiungere Locarno, sul lago Maggiore. Lì, Vittorio Emanuele ruba una barca a remi[2] e nella notte del 12 novembre sbarcano sul territorio Italiano, a Maggiore.

Dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna. Dietro Filiberto, c'è Little Pavarotti.

In Svizzera, il 12 novembre viene proclamato Festa Nazionale di Liberazione.

Allo sbarco non era presente Emanuele Filiberto (d'ora in poi Filiberto) il quale, appena saputa la notizia, era corso a comprare un atlante. Scoperta l'ubicazione dell'Italia, si era messo a saltellare garrulo ed entusiasta in direzione sud-est, orientandosi con la bussola trovata in un ovetto Kinder. Sarà trovato a Singapore sei mesi dopo. Alla fine, a furia di autostop su carri bestiame, rientra comunque in Italia ricongiungendosi con la famiglia. I primi anni trascorrono in tranquillità, ma a partire dal 2008 il demone del presenzialismo si impossessa del Filiberto: in poche settimane passa da un'esistenza schiva e appartata[citazione necessaria] alla sovraesposizione mediatica. Sulle ragioni di tale cambiamento gli storici sono divisi: per ragioni di chiarezza, si espone di seguito una tabella con indicate le principali teorie. Nessuna teoria può vantare prove inoppugnabili, per cui dovrà essere il lettore, basandosi sul proprio intuito e su un'attenta osservazione della faccia di Filiberto, a giudicare quale delle due sia la più plausibile.

Teoria n° 1 - Filiberto attivo Teoria n° 2 - Filiberto passivo
Ipotesi Causa eccessiva frequentazioni di siti e ambienti neo-monarchici, Filiberto si è convinto di essere il Messia della Restaurazione monarchica Italiana. Il cugino Amedeo di Savoia-Aosta ha creato una bambola voodoo con le fattezze di Filiberto.
Modus operandi Incrementare notorietà e patrimonio personale prima della Grande Crisi Istituzionale del maggio 2013[3]: sfruttare il più possibile televisione e politica per rendersi amato dalle masse. Tramite bambola, mandare Filiberto in una qualunque trasmissione televisiva. Poi non fare nulla, lasciandogli essere sé stesso: il resto viene da sé. Ripetere ad libitum.
Effetti Diventato l'Italiano più noto, riunire attorno sé la crème dell' intellighenzia neo-monarchica. Una volta fatto, noleggiare una Smart e insieme puntare su Roma, secondo il vecchio motto "dalla tragedia alla farsa". Mandare a puttane il prestigio residuo del ramo principale della Casata.
Scopo ultimo Approfittare del vuoto di potere e tentare un colpo di stato monarchico, per farsi proclamare Re tra l'ignavia degli Italiani, ormai assuefatti a qualunque cosa. Escludere Filiberto dalla successione al trono d'Italia, causa lampante: incapacità di intendere e di volere. Trono che spetta, di conseguenza, al cugino Amedeo.
Quote S.N.A.I. sulla riuscita del piano 37 : 1 1,40 : 1

TeleBerto di Savoia

L'orchestra di Sanremo - entusiasta per la canzone del Principe - poco prima del linciaggio della Clerici.

Le comparsate del Filiberto (d'ora in poi Berto) in TV come conduttore/ospite/tappezzeria/zimbello sono innumerevoli, fatte all'unico scopo di tenere alta la tradizione fancazzista di Casa Savoia. È degna di nota la partecipazione, con conseguente vittoria, a Ballando con le stelle, in coppia con Carolina Kostner. La coppia è affiatata come poche: lei gli insegna i modi corretti per cadere sulle terga dopo aver sbagliato un passo, mentre Berto le spiega dizione e corretta pronuncia della lingua italiana. I risultati di tali lezioni si vedono subito; specialmente per la Kostner, che d'ora in poi riuscirà a non farsi capire nemmeno dai Sud Tirolesi. Seguono altre apparizioni sul tubo catodico, sino all'apoteosi del febbraio 2010, con la partecipazione al Festival di Sanremo. Assieme a Pupo e a un terzo, canta Italia amore mio, definita dalla stampa come la paraculata peggio riuscita nella storia della canzone[4].

« Io credo nella mia cultura... »
(Filiberto professa il suo nichilismo.)

Candidato Filiberto

« Non farò mai politica. »
« Nemmeno se venissi eletto! »

Berto, sfruttando il nome della Casata, entra anche in politica. La fondazione nel 2005 del movimento d’opinione “Valori e futuro” non passa infatti inosservata. Specialmente alla Finanza, dato che il vice-presidente Mariano Turrisi viene arrestato poco dopo per aver riciclato 600 milioni di $ dei narcos[5]. Tra le due cose non c'è alcuna correlazione, a meno di essere in malafede. Comunque Berto non demorde, il passo successivo è la candidatura alle elezioni politiche del 2008 con la lista "Valori e Futuro con Emanuele Filiberto". I risultati non sono alle altezze delle aspettative: il partito è così sfigato che persino nella scheda elettorale è sostituito dalla voce: "Altri". Arriverà inevitabilmente ultimo, con una percentuale dei voti pari allo 0 + epsilon.

Una trombatura del genere avrebbe scoraggiato chiunque a perseverare su quella strada. Chiunque, ma non Berto (d'ora in poi Bertuccia), e soprattutto, non i fini strateghi dell'UDC. I quali in occasione delle elezioni europee del 2009 gli offrono una candidatura nella loro lista, nella circoscrizione Nord-Ovest, assieme a Magdi "Cristiano" Allam e a un candidato misterioso. La strategia dell'UDC è geniale: con un cattolico appena convertitosi e un monarchico ex-esiliato si vuole fare il pieno di voti tra un nuovo e vastissimo[citazione necessaria] tipo di elettorato (in Italia, si sa, è pieno di ex musulmani rientrati da un esilio). Il terzo candidato è usato invece per testare il grado di fidelizzazione degli elettori abituali.

Elezioni europee 2009. Ladies and gentleman, and nominated for U.D.C.'s best candidats are...

Ad essere eletto, stranamente, sarà soltanto il terzo candidato, segno dell'elevata maturità e indipendenza dell'elettorato di base dell'UDC. Che d'altronde, in Sicilia, ha sempre eletto Cuffaro. Trombatura a parte, la campagna elettorale di Bertuccia è stata di primo livello: in ogni occasione dà ottima prova delle sue qualità moderate, e viceversa. La chiusura avviene in bellezza, con una frase epica, quando in un'intervista, alla domanda se condivida l'immodificabilità della forma repubblicana, risponde:

« Per il momento c’è. Per il momento, perché forse domani c’è una guerra nucleare e non c’è più... noi viviamo su questa terra per il momento... oggi non dovrebbe più esserci. »
(Ottimismo è la parola d'ordine!)

Attualmente Bertuccia risiede a Potenza, nel rione Betlemme, poco distante dalla cella del padre.

Opere

Della sua carriera di ballerino/autostoppista/cantante/monarchico/poeta/scassapalle, si ricordano pochi titoli che racchiudono tutta la sua poetica.

  • Italia amore mio. Un ulteriore tentativo di ingraziarsi/spillare soldi agli italiani.
  • Turisti Tedeschi all'orizzonte. Scritta a quattro zampe col padre.
  • Tu non l'avrai. Canzone sulla corona d'Italia, dedicato al cugino Amedeo d'Aosta.

Curiosità

  • Emanuele Filiberto parla perfettamente lo svizzero.
  • Emanuele Filiberto si è sposato nonostante il parere contrario dei genitori. Della sposa.
  • Ecco una curiosa intervista:

Note

  1. ^ Spiegazione: sono abrogati il primo e il secondo comma della XIII disposizione transitoria.
  2. ^ Sì, esatto, a un turista tedesco incidentalmente morto sparato.
  3. ^ Spiegazione: Le elezioni per la XVII legislatura, in virtù della legge elettorale, confermeranno due maggioranze diverse tra Camera e Senato. Rendendo di conseguenza impossibile un accordo per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, bloccando i lavori del Parlamento per mesi e facendo precipitare il Paese nel caos. Questa nota non fa ridere, lo so, ma succederà esattamente questo. Non dite che non vi si aveva avvertito, poi.
  4. ^ Per altre informazioni, si veda la relativa voce.
  5. ^ L'imprenditore Mariano Turrisi cercava accrediti per riciclare 600 milioni.


Voci correlate

Questa è una voce in latrina, sgamata come una delle voci meno pallose evacuate dalla comunità.
È stata punita come tale il giorno 11 dicembre 2011 con 89.5% di voti (su 19).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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