Django Unchained

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Django si vendica sul suo costumista.
« Un film per tutta la famiglia all'insegna del Politically Correct »
(Qualcuno su un altro film.)
« La D è muta... Ma allora perché cazzo ce la metti? »
(Tutti su Django Unchained)
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Django Unchained

Django Unchained è l'ennesimo lungometraggio mistico-filosofico di Quentin Tarantino, remake del celebre spaghetti western degli anni '60 Giovannona Coscialunga.

All'inizio doveva essere un film su Madre Teresa ma i produttori cominciarono ad avere dei dubbi quando il regista pretese un'attrice protagonista "con più zinne" mentre tutto saltò definitivamente quando aggiunse una scena di tortura con lei come carnefice e un cameo Samuel L. Jackson.

« Farò un film tutto mio! Con black jack e squillo di lusso! Anzi... senza black jack e senza film! »
(Quentin Tarantino mentre veniva sbattuto fuori dagli studios)

Il nostro genio creativo prese così il primo copione che gli capitò a tiro, tagliò tutte le scene senza sparatorie e diede il via ad una produzione a sue spese, con un budget di 250 euro e due dozzine di riviste porno.

Trama

Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

Gli spoiler rendono il testo più aerodinamico aumentandone la velocità, quindi attenzione ai colpi d'aria.

Neanche ha fatto in tempo ad uscire che già le imitazioni fioccano.

Django è ancora un ragazzino quando gli viene diagnosticata una terribile patologia genetica incurabile, chiave dell'intero lungometraggio: è negro.
Ciò, lungi dall'essere un male di per sé, lo è se sei in un film di Tarantino.

Django viene schiavizzato insieme alla moglie, frustato, sodomizzato, sparticulato ed iscritto alla newsletter di Groupalia. Proprio a seguito di quest'ultimo inaccettabile abuso, Django prova a fuggire invano e viene così marchiato a fuoco ed incatenato davanti ad una TV che trasmette a loop tutte le repliche de "I Fatti Vostri" condotto da Giancarlo Magalli.

La svolta arriva quando un tedesco (che, per motivi non molto chiari, nella versione doppiata in italiano non parla come un tedesco, bensì come un coglione), lo compra e lo libera, salvandolo da queste immani sofferenze.

I due diventano così amiconi e girano negli Stati Uniti Terroni come cacciatori di taglie diventando abbastanza ricchi da potersi permettere vestiti firmati dell'800.

Ad un certo punto, dopo 4 ore di film, il negro si ricorda di avere una moglie, ancora in schiavitù presso il ranch del frocetto che faceva Titanic. La nuova missione, che occuperà le successive 12 ore di pellicola, è liberare la donna. Il tedesco, nel conoscere il nome della moglie di Django, osserva:

« Broomhilda? Bel nome del cazzo! »

I due vanno così da DiCaprio dicendo di essere interessati alle scommesse sportive che, visto che siamo in un film di Tarantino, sono putacaso sullo sport più violento della storia: il combattimento tra negri infoiati.
Vedere queste macabre esibizioni turba fortemente il tedesco, mentre, al contrario, eccita parecchio Django.

Si suppone che sarà proprio l'omosessualità latente del protagonista al centro del sequel, di cui Tarantino ha già deciso il titolo, "Django 2 - Siluri Neri".

Tornando alla trama quasi etero del primo film, l'astuzia del tedesco gli permette di comprare la bella Broomhilda. Quando tutto sembra risolto e metà degli spettatori al cinema si sono già alzati per andare a pisciare, comincia, senza motivo apparente, una sparatoria di 25 minuti, alla fine della quale Django e la moglie sono fatti schiavi e venduti su eBay.

Sfruttando le sue abilità di hacker, Django si fa spedire indietro a casa di DiCaprio e, per buona misura, ammazza tutti i sopravvissuti della sparatoria di prima per poi far saltare in aria la casa col vecchio Samuel L. Jackson gambizzato che bestemmia dentro.
E vissero tutti felici e contenti!

La trama è finita, leggete in pace.


Personaggi

La maggior parte dei personaggi in una foto di gruppo.
  • Django: un negro che… accidenti, ma non l'avete letta la trama, che dice già tutto di lui? E che l'ho scritta a fare?
  • Il tedesco: di lui potrei scrivere qualcosa in più, ma proprio non mi ricordo il nome, e dunque lo chiamerò "Hans". Hans è uno dei tipici tedeschi assassini che giravano gli stati del sud a metà '800. È il solo a trattare Django come un suo pari: come tutti sanno, i Tedeschi sono sempre stati aperti alle altre etnie.
  • Broomhilda: negra, schiava, e con un nome orrendo. Eppure Broomhilda attizza parecchio ed è così il principale oggetto di contesa del film e quindi la responsabile delle centinaia di morti ammazzati da Django.
  • DiCaprio: un cinico schiavista del sud che entra nei sogni degli altri e muore nelle navi di lusso. Vive in una piantagione isolata dal mondo e ciò gli consente di non pagare l'IMU.
  • Samuel L. Jackson: un negro tanto vecchio quanto cazzuto ed incazzato che se la comanda e rompe le uova nel paniere ai protagonisti, per tutta risposta Django lo gambizza e lo fa pure saltare in aria.

Critica

Benedetto XVI si è rivelato uno dei più grandi estimatori del film: il pontefice ha apprezzato in particolare la centralità dell'istituzione, della famiglia, della questione etnica e della schiavitù e le scene di violenza completamente gratuite. Durante la messa di Natale ha infatti commentato:

« Quanno spara a quell'altro con la pistola in mano al morto, me vie' troppo da ride! »

Premi

(Quentin Tarantino ringrazia il pubblico per l'ennesimo premio al Maggior turpiloquio, già vinto in precedenza con Le Iene, Kill Bill e una telefonata alla madre registrata per sbaglio.)

Il film è stato candidato a diversi premi Oscar tra cui Miglior fiotto di sangue, Miglior esplosione ganzissima e Miglior protagonista non attore visto che il tizio che ha interpretato Django era davvero un negro schiavizzato pescato da Tarantino nel Bronx.

Riferimenti e Citazioni

Come sempre Tarantino ha inzeppato il suo film di scene riciclate da film precedenti, imitandone la struttura, citando frasi o semplicemente incollando pezzi di pellicola staccati dai suoi VHS di casa per risparmiare sul minutaggio. Una volta questo si chiamava "plagiare", oggi, chissà perché, è considerato segno di cultura cinematografica.
Tra le numerose citazioni troviamo:

  • La frase "Muori, sporco negro" è estratta da un'intervista a Mel Gibson del 2008.
  • La scena in cui Django taglia la mano destra al cattivo, e poi gli dice "Io sono tuo padre" è un'evidente citazione dal film di George Lucas, American Graffiti.
  • Tutte le scene in cui è inquadrata Broomhilda in pose sexy, sono palesemente copiate dalla pubblicità della vernice Saratoga, quella col tizio che dice "Brava Giovanna, brava!".
  • Il resto del film è ottenuto montando con Movie Maker pezzi dei vecchi film di Tarantino, registrazioni di Uomini e Donne e vecchie commedie all'italiana.


Interpretazioni

Questo buon uomo sta cercando profondi significati filosofici nel film, con risultati scarsi.

Secondo alcuni, l'intero lungometraggio non sarebbe che una metafora della vita di Cristo. Secondo altri si tratterebbe solo di violenza gratuita, con contorno di fugaci scene di nudo. C'è chi vede nel film una forte denuncia delle incoerenze della cultura ottocentesca del sud degli Stati Uniti. C'è chi invece sostiene che si tratti soprattutto di violenza gratuita. Molti sono convinti che Django sia un film che vuole sottolineare la necessità di eguaglianza tra le razze in ogni epoca e nazione. Molti altri credono che la chiave di tutto sia la violenza gratuita.

« Violenza gratuita. Si tratta solo di fottuta violenza gratuita. »
(Tarantino su significato reale del film)

Secondo me il film è una metafora di come la vita di Cristo sia stata tutta violenza gratuita.

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Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 3 febbraio 2013 col 33.3% di voti (su 15).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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