Big Jim

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Il partito disapprova Big Jim, si fosse chiamato Grande Ivan ci poteva anche stare, ma è un prodotto di stampo capitalista e quindi fanculo!


Big Jim e Big Jack: la risposta testosteronica a quella mezzasega di Ken.
« Bravo, sei in gamba! »
(Frase di Big Jim scalatore parlante.)
« Stai attento! »
(Big Jim scalatore parlante leggermente allarmato.)
« Metti il piede in quella sporgenza... quella a forma di nido di chiurlo! »
(Altra frase di Big Jim scalatore parlante... credo.)
« Piccoli come Big Jim su una Saltaffoss »
(Anche J-Ax ricorda il mitico Big Jim!)

Big Jim è stata una popolare linea di giocattoli, prodotta dal 1972 al 1986 dalla Mattel principalmente per il mercato nordamericano ed europeo. Alcuni esemplari sono stati distribuiti anche in altre parti del mondo, ma con scarso successo. In Messico Big Miguel Jardinero andò malissimo, forse perché veniva venduto in una confezione bi-pack, con annesso Big Jim Border Patrol che lo manganellava in continuazione. In Giappone si scelse di chiamarlo Big Shiro Yellow Face e questo si rivelò inspiegabilmente penalizzante. In Italia invase i negozi a partire dal 1973, consci del suicidio commerciale giapponese fu lasciato il nome originale, anche perché chiamarlo Big Giacomino poteva rivelarsi una cazzata titanica e senza precedenti.
Big Jim è una action figure di circa 25 cm di altezza, un coacervo di muscoli gonfi degno di un vincitore di Mr. Olympia. Rispetto ai giocattoli concorrenti (G.I. Joe e Action Jackson) è costruito in una plastica più rigida, è maggiormente rifinito nei dettagli e "c'ha una minchia tanta", particolare che non veniva pubblicizzato con la necessaria enfasi.
Oggi i bambini vengono partoriti direttamente con la PSP nella mano destra e forse, immaginarne uno di dieci anni con in mano un pupazzo può sembrare triste, ma per chi ha visto lo scintillio negli occhi di un fratello, mentre scartava la jeep per la caccia al rinoceronte, non lo è affatto. Altri tempi, altri giochi, altri sorrisi.

Storia

Grazie all'eccellente settore marketing, la Mattel era sempre al passo con l'esigente pargolo degli anni '70.
« Dobbiamo replicare il successo della Barbie con la clientela maschile! »
(Bobby Zagaglione, presidente della Mattel nel 1971.)
« Ma come convinciamo i maschietti a giocare con la Barbie? »
(Clifford Findley, direttore marketing della Mattel.)
« Vituzzo, questo me lo fai sparire come sai tu. »
(Bobby Zagaglione, presidente della Mattel, in evidente stato collerico.)

L'obiettivo era dunque chiaro, almeno nella testa del presidente. Alla riunione del pomeriggio partecipò l'intera direzione, esclusi ovviamente: Clifford Findley (che si era attardato in mattinata a chiudere le sue cose in una scatola di cartone) e Vito Scapazzola (che era impegnato in quel momento a chiudere Findley in un pilastro di cemento). Occorreva colmare una lacuna evidente: la Mattel produceva già un pupazzo maschio, Ken il fidanzato di Barbie, ma era fondamentalmente utilizzato dalle bambine per mollicci picnic, noiosi delle cinque e come accompagnatore durante lo shopping. Quello che serviva era un personaggio avventuroso, facile alla scazzottata e, se necessario, al turpiloquio. Ad un superficiale confronto tra Ken e Big Jim, poteva sembrare che quest'ultimo fosse in svantaggio: il primo lo sovrastava abbondantemente in altezza. Tuttavia, il nostro eroe arrivava esattamente all'altezza del torace di Ken, misura utile per dargli una capocciata in petto e ricavarci una nicchietta per la Madonnina.
Definiti gli aspetti fisici e caratteriali, si passò ad arricchire il pupazzo con caratteristiche innovative rispetto alla citata concorrenza. Nella figura a lato possiamo vedere alcune di queste peculiarità. Una delle più apprezzate era il tasto dietro la schiena, faceva scattare un micidiale colpo di Karate che di norma spaccava una tavoletta di plastica ma, in presenza di mira scadente, poteva costare la perdita di un paio di falangi al maldestro piccino. La versione Big Jim Gold Medal era identica a quello normale, il fatto che costasse quasi il doppio fece credere ai genitori che la medaglia fosse davvero d'oro. Ma veniamo alla punta di diamante della produzione: Big Jim parlante. Il prodigio avveniva attraverso un enorme zaino celeste con una cordicella da tirare, all'interno un disco conteneva sei frasi che venivano riprodotte casualmente, tutte inerenti l'escursionismo montano. Oltre a quelle già citate, vale la pena segnalare: "Attento, è un crotalo!", "Occhio che calpesti una puzzola" e "Porca troia, ho acciaccato una merda". A questo punto resta l'agente 004, efficiente uomo dei servizi segreti deviati, abile nel camuffamento grazie alle maschere in dotazione. Il volto cambiava col solito tasto dietro la schiena, resta un mistero come i suoi nemici non riuscissero a riconoscerlo, visto l'impermeabile alla Tenente Colombo e la valigetta grossa come un furgone. L'automobile (denominata Lazervette) sparava un razzo a velocità Mach 2, se andava bene dovevi comperare un nuovo nemico a Big Jim, se andava male colpivi l'urna con le ceneri di nonna Rolanda, subito dopo tua madre usava Big Jim come combustibile per la stufa.

I nemici di Big Jim

Gli antagonisti del nostro eroe dovevano essere credibili, quelli della Mattel cercarono di non attribuirgli caratteristiche che potessero scadere involontariamente nel ridicolo. Non sempre ci riuscirono.

I nemici di Big Jim: una masnada di criminali troppo stupidi per capire con chi avevano a che fare.
  • Il Professor Obb: sotto l'apparente aspetto di un tranquillo insegnante di filosofia, si nascondeva una mente criminale di alto livello, una via di mezzo tra Lex Luthor e l'Orso Yoghi. Il suo ombrello-fucile era un'arma davvero micidiale, ma dovevi gridare "Pum!" ad alta voce, perché è risaputo che Big Jim fosse sordo come una campana.
  • Boris "l'autista diabolico": un cattivo col pugno estroflettibile[tecnicismo evitabile] e la calotta cranica di metallo. Era capace di creare nuove aperture nei muri a testate, infischiandosene dei vincoli architettonici del condominio. Ostentava origini russe, ma in realtà si rivelò un biddaio sardo[1].
  • Il Dr. Steel: un pelatone odioso, con arto artificiale in silver plate e tatuaggio "scontatissimo" di un drago. Era però dotato di una poderosa verg fine autoironia.
  • Il Dr. Bushido: un asiatico di incarnato mongoloide[2] che ricorda il Dott. Ming di Flash Gordon. Era armato di katana laser, la sua oscena tuta in acrilico lo faceva sudare come un eschimese impellicciato che fa scalo in Somalia.
  • Zorak: di lui non possiamo che parlare bene, il tatuaggio del lupo sul corpo ne svela la vera identità. Trattasi infatti di Ignazio Mandrione, presidente del club "Centocelle Giallorossa" e assiduo frequentatore della curva sud.

Gli amici del West

I personaggi che scorrazzavano (nonostante i severi limiti di velocità) nelle praterie del selvaggio West.

Uno dei più grandi fiaschi commerciali di tutti i tempi. La storia degli Stati Uniti d'America in questo è sempre stata chiara: Cowboy = buono, Pellerossa = essere inferiore che ostacola gli operosi uomini che lavorano per il progresso.
È sicuramente per mero masochismo che questa linea di giochi fu chiamata Gli amici del West. "Amici no dai!"
Nel nostro paese le vendite andarono meglio, grazie alla fantasia dell'italico pupo. Durante i giochi:

  • Big Jim Nordista veniva regolarmente mazzolato dal grande capo Terrone Seduto;
  • il grande guerriero Bisonte Nero aveva frequenti attacchi di panico e si piegava in posizione fetale (cosa che regolarmente causava la rottura degli snodi delle gambe);
  • la squaw Bufala Campana si dava alle gangbang con tutto il 7° Cavalleggeri;
  • i due banditi Dakota Kid e Oklahoma Ugo si spacciavano entrambi per il pistola più veloce del west (e l'articolo non è sbagliato);
  • i tre fratelli cacciatori di taglie (Zeb, Jim e Alfio) erano soprannominati "i Fratelli Marx", da un verso perché era proprio il loro cognome, dall'altro perché erano dei casinisti assoluti;
  • l'apache Manuelito[3], che si riempiva di piume, cantava come drag queen nei locali notturni di Las Vegas e faceva il parrucchiere a Kansas City.

La serie dei pirati

Nel 1976, sull'onda del successo televisivo della fortunata serie Sandokan, la Mattel mise in commercio la linea di giochi ispirati al pirata. Infischiandosene della minima coerenza geografica, mischiarono i pirati dei Caraibi con quelli della Malesia, d'altra parte, per il livello di istruzione di un bambino di Cosenza, Kuala Lumpur poteva essere tranquillamente in provincia di Puerto Rico. Nell'immagine, partendo da sinistra, troviamo i più apprezzati.

La fortunata serie dei pirati, pendagli da forca sempre ubriachi di rum (acquistabile a parte).
  • Sandokan, la tigre di Mompracem, un cencioso capellone che voleva impalmare Lady Marianna Guillonk, detta La Perla di Labuan. Questa rivisitazione al maschile del mito di Cenerentola lasciò del tutto indifferenti i bambini dell'epoca, che preferirono sostituire il concetto proposto con: Sandokan stupratore di facoltose e viziate vergini inglesi.
  • Capitan Uncino, il terrore dei sette mari[4], discendente diretto di Muzio Scevola e di un gancio da traino di una Trabant.
  • Capitan Drake, conosciuto nella Tortuga anche come Faccia da Teschio o Faccia er piacere che sto mangiando, un pirata sfigurato con l'acido da una sua ex molto gelosa. Egli solca i mari alla ricerca di un chirurgo plastico, perché vuole assomigliare a Johnny Depp. Considerando i mezzi del tempo, poteva al massimo aspirare ad una somiglianza con Renato Brunetta.
  • Torpedo Fist[5], uno dei più amati e apprezzati. Come per Capitan Uncino, il pulsante dietro la schiena faceva scattare in avanti il poderoso pugno, per la gioia delle incontentabili donne della Tortuga. Alcuni bambini, dotati di fervida immaginazione, preferivano attribuirgli anche altri innocui passatempi.

I potenti mezzi a disposizione dell'eroe

« Dobbiamo dotare Big Jim di mezzi adeguati per le sue avventure. »
(Bobby Zagaglione, presidente della Mattel nel 1972.)
« Che ne dite di riciclare il maggiolino della Barbie? Magari colorandolo di nero. »
(Timothy Ervine, direttore marketing della Mattel, successore dello scomparso Clifford Findley.)
« Vituzzo, il cantiere sulla 38th l'abbiamo già chiuso? »
(Bobby Zagaglione, presidente della Mattel, leggermente contrariato.)

La strategia per conquistare definitivamente il mercato fece un passo avanti con la messa in commercio dei veicoli "Adventure". Big Jim poteva contare su una vasta scelta di mezzi, tutti all'avanguardia e accessoriati per ogni evenienza.

Un grande eroe ha bisogno di un grande pennel garage.
  1. Jeep "Desert's Ship": indispensabile sulle roventi sabbie di Ventotene. Grazie al potente verricello motorizzato, Piergiorgio Bragadin (figlio di un industriale di Padova in vacanza a Nuoro) riuscì a fuggire dalle grinfie dell'Anonima sequestri, calandosi dalla finestra della sua prigione.
  2. Automezzo "Rescue RIG"[6]: dotato di un braccio estensibile in grado di portare Big Jim a circa 60 cm di altezza, misura utile per sollevare la gonna di tua cugina e tentare di capirci qualcosa di quella stronzata delle api e dei fiori.
  3. Elicottero "The Fly": era dotato di un faro alimentato dalla potente batteria in dotazione, che faceva anche ruotare le pale. La moda dei "capelli a spazzola" è nata proprio in quegli anni.
  4. Jeep "Gran Safari": il sogno di tutti i bambini dell'epoca. Grazie alla robusta rete, azionabile a distanza, oltre a catturare il rarissimo rinoceronte bianco (fornito nella confezione) permetteva di prendere agevolmente lucertole e piccoli roditori, il bisturi per la vivisezione era incluso nel set "Big Jim Diabolico Chirurgo".
  5. Motoveicolo "Cross MX": un mezzo che ha fatto scuola. Secondo i bene informati, Stefan Everts cominciò a vincere i suoi dieci titoli mondiali dopo aver modificato, copiando da questo modellino, la parte anteriore della sua motocicletta. Più verosimile la notizia, subito smentita dal produttore, che colloca il plagio sul triciclo della Chicco.
  6. Automezzo "Free People": un camper dotato di tutti i comfort, ideale per la pesca al salmone e al trancio di merluzzo di Capitan Findus. Gli sportelli erano finti e quindi, una volta collocato Big Jim alla sua guida con enorme fatica, per recuperarlo dovevi procurarti una sega, o al limite fartene una.

Perché Big Jim è sparito dal commercio e la Barbie no?

« Perché l'uomo si evolve! »
(Rüdiger Bräumann, Se aspettiamo la donna stiamo freschi, Collana: L'evoluzione quasi per tutti, Birkenau 1988, Ed. Priebke.)

Note

  1. ^ L'accento poteva facilmente ingannare.
  2. ^ Quindi color giallo-vomito.
  3. ^ "Me possino cecamme" si chiamava davvero così.
  4. ^ Mar Tello, Mar Molada, Mar Amao, Mar Cantonio, Mar Pione, Mar Catore e Mar Saalam.
  5. ^ Anche questo si chiamava davvero così, non è colpa mia.
  6. ^ RIG = Recupero Imbecillissimi Gatti

Voci correlate