Andare a + verbo a caso all'infinito presente

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia priva di qualsivoglia contenuto.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
«E adesso andiamo ad unire i nostri due cataplasmi con la colla vinilica. F-f-f-fattoh?»
« E adesso andiamo a impiattare il nostro risotto alla placenta di facocero! »
(Carlo Cracco impiatta.)
« A questo punto andiamo ad applicare un balsamo rinforzante al nandrolone! »
(Giovanni Ciacci applica.)
« Bisogna solo andare a posizionare lo sbrindolamento trifasico con scappellamento a destra! »
« E andiamo a cagare. »
(L'unico corretto utilizzo di questa formula)

Andare a + verbo a caso all'infinito presente potrebbe essere definibile come una perifrasi tipica del sermo plebeius che significa: "ora si fa questa cosa qua". Nella realtà si tratta invece di un inutile giro di parole la cui ragion d'essere viene esplicata essenzialmente attraverso i tre punti seguenti:

  1. aerare il cavo orale di coloro che la utilizzano
  2. conferire un'aura di superiorità dialettica al discorso che si pronuncia
  3. appagare un uditorio solitamente sordo e poco attento alle divagazioni lessicali

Origini

Costoro hanno abusato dell'espressione Aa+vacaip, ignorando che è molto più dannosa del tabagismo.

L'espressione andare a + verbo a caso all'infinito presente (da qui in avanti: Aa+vacaip) nasce in un'epoca imprecisata: forse è sempre esistita ma l'uomo, forse solo a causa di un innato buon senso, l'ha sempre snobbata, almeno fino al terzo millennio. Da qualche anno, invece, corre sulla bocca di tantissimi, tramite una diffusione virale dalla quale pare non esserci scampo.
La televisione ha dapprima promosso l'espressione Aa+vacaip, diffondendola capillarmente in tutto il territorio nazionale ed ora tutti la fanno propria, sfoggiandola come se fosse un vanto di cui andare particolarmente fieri.
Non è dato sapere chi sia stato il primo ad utilizzare l'espressione Aa+vacaip, peccato perché ogni tanto menare le mani per sfogarsi un po' non farebbe male.

Pare tuttavia che l'espressione sia stata forgiata sul modello dell'ineccepibile "andare a cagare". Quest'ultima è un'espressione corretta non solo sintatticamente, ma anche eticamente: è giusto intimare all'interlocutore "vai a cagare", che significa "recati al più presto nel luogo deputato alla produzione di deiezioni e ivi producine in gran copia".

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, ci dispiace ma questo articolo non è presente sulla diabolica.
Vergogna wiki!

Se all'interlocutore fosse intimato semplicemente "caga!", egli fraintenderebbe e cagherebbe sul posto seduta stante, con sommo imbarazzo generale complicato dall'emissione di mortali raggi gamma prodotti dalla materia fecale ancora fumante.

L'impropria unione del verbo "andare" con un altro verbo all'infinito provoca invece acidità gastrica, desiderio di infliggere punizioni corporali e creazione di ronde di Grammar Nazi che bacchettano le dita della popolazione inerme.

Caratteristiche

Costui usa l'espressione Aa+vacaip. E si vede.

Chi fa un largo utilizzo dell' espressione Aa+vacaip è ben riconoscibile da alcune peculiari tipicità antropologiche:

  • il millantare titoli di studio superiori a quello della Scuola Radio Elettra effettivamente conseguito;
  • chiarezza espositiva pericolosamente prossima al caos
  • assoluta inutilità esistenziale

Tra gli utilizzatori più accaniti spiccano i professionisti che devono relazionarsi con un uditorio, solitamente allo scopo di illustrare un tutorial sulla realizzazione del timballo di spinaci alla meringa o sulla creazione del golfino invernale per l'iguanodonte di casa.

Possibili rimedi

Purtroppo non ce ne sono, a meno di considerare percorsi drastici come la soluzione finale o la deportazione in Siberia dei fautori dell'Aa+vacaip, la cui attuazione non è affatto scevra di oggettive difficoltà. La speranza è che, come tutte le mode, prima o poi passi anche questa. Il timore è che venga sostituita da un'espressione ancora più idiota.

Frasi a cazzo correlate