Analessi

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Il titolo di questa pagina non è il titolo di questa pagina perché così ci tirava il culo. Il titolo corretto è Analessi.
« ...ma tu puoi chiamarmi anche flashback »
(L'analessi a chiunque che non abbia fatto il classico.)
« Nel 2033 io sconfiggerò l'analessi e conquisterò il mondo! »
(La prolessi, famosa nemica dell'analessi durante una sega mentale.)
Certe volte non basta l'analessi a capire lo svolgimento dei fatti.[1]

L'analessi, retrolampo o flashback è una figura retorica che consiste nell'evocazione di un avvenimento anteriore rispetto al punto attuale della storia, proprio come mi accadde dieci anni fa. Ero da zia Concetta per il delle cinque e stavo inzuppando un savoiardo nella tazza quando il mio occhio si posò su di una vecchia cornice che ospitava la foto della mia prima tartaruga di pezza, ed il ricordo di essa e di tutte le pazze avventure passate con lei mi si materializzò davanti agli occhi. Il tonfo e gli schizzi conseguenti alla caduta nel tè del savoiardo inzuppato mi riportarono con una bestemmia alla realtà e continuai a mangiare savoiardi inzuppati nel tè fino alle cinque e quindici del mattino, ora in cui smisi di mangiare savoiardi inzuppati nel tè.

Diamo una spiegazione più esaustiva, non come quella volta in cui mi spiegarono cos'è un motore ad olio di balena e io non capii nulla

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Analessi

Dunque, avete presente quando nei film d'azione[citazione necessaria], il soldato di turno mentre sta per morire ricorda di quando con suo figlio andava a pescare scarponi da alpini nel lago vicino a casa? Bene caro coso! Quella è l'analessi, ma siccome siamo amici, tu la puoi chiamare anche flashback.

Vita di storia passata

Ricordo che l'anaflashbessi... l'anaflessi... l'anaf... questa... questa figura retorica nacque tanto tempo fa in una galassia lontana lontana, precisamente in Grecia, e io ero presente la prima volta in cui fu adoperata. A quel tempo mi trovavo nella villa del mio amico Omero, il famoso aviatore e scrittore; stava scrivendo quel suo librettucolo da quattro soldi, che non avrebbe mai avuto successo, come si chiamava... l'Iliade, o qualcosa del genere. Eravamo in campagna: diceva che in un luogo più pacifico riusciva a concentrarsi meglio. Omero inserì appunto l'analessi[2] nell'opera, che veniva così a iniziare dalla fine. Dopo aver scribacchiato per un bel pezzo, mi porse il foglio impregnato di sudore; io lessi qualche riga e poi sbottai, inviperito:

« Mio caro e illustre Omero, non si capisce una minchia! »
(Io inviperito)

Lui mi cacciò dalla villa e quella fu la fine della nostra amicizia.

Vita di storia futura

La riflessione sull'analessi nel contesto del futuro della specie umana ci porta ad alcune domande filosofiche:

  1. Nel futuro gli scrittori inseriranno nei loro testi dei flashback che riportano al presente?
  2. E se sì, come li dovremmo chiamare?
  3. Oralessi? Presenlessi? Pescilessi?
  4. Non ti sembrano nomi del cazzo?
  5. Sì vabbè che non c'è bisogno di usare le parolacce, ma non ti pare da... ?
  6. Dio esiste?
  7. Quanto le verità ontologiche si riflettono su quelle logiche e viceversa?
Anal, essi?

Un attimo, queste due non sono domande che ho scritto io! Vengono da un'altra lista. Ricordo che all'ultimo convegno dei Filosofi Italiani Uniti ho sbattuto contro un altro membro mentre correvo a casa, forse è allora che ci siamo scambiati i foglietti...[3]

Vita di storia presente

Non pervenuta.

Vita di storia passata accaduta nel futuro

Come in quel film di cui non mi ricordo il titolo che guardai per la prima volta a casa di mia zia Concetta circa sei anni fa, quando avevo ancora la mia tartaruga di pezza ed ero appena ritornato da una gita al mare in bicicletta con lei, e per strada ci eravamo fermati a raccogliere le ciliegie dagli alberi che sporgevano lungo la strada, quando ad un certo punto era spuntato fuori il contadino che lanciandoci sassi e urlando cose del tipo "Vienn' acca', scimmunito!" ci aveva messo in fuga.

Cose da non confondere con l'analessi

  • La lettura anale.

"Io a mia zia Concetta la scopavo nel culo" è un'analessi. Se le osservavi l'ano con vivace interesse è anche una lettura anale.
Anche se leggi la frase "Io a mia zia Concetta la scopavo nel culo" come faresti con la lista della spesa la tua lettura è anale, cioè di merda, invece la devi leggere con urletti passionali e gemiti focosi perché zia Concetta è una gran porcona zoccola culona.

  • I flash.

"A questo proposito, mi ricordo che anche da bambino usavo giocare a risiko col mio amico immaginario Pinco Panco" è un flashback che si potrebbe trovare in un libro di scarsa qualità. Se mentre ti ricordi questa cosa cadi a terra con gli occhi sbarrati sbavando e vedendo immagini della Madonna è un flash e dovresti farti controllare.
Altro esempio: una macchina fotografica col flash fa le foto anche di notte, una col flashback no (ma ti riporta indietro nel tempo[4]).
"Ho perso la testa troppe volte da ragazzino/ a ogni flash mi nascondevo in uno stanzino" è una canzone di Fabri Fibra.

Note

  1. ^ Ricordo che, al tempo, l'amico Gasparri stava perfezionando la sua famosa imitazione di Alvaro Vitali...
  2. ^ Sì, ho imparato a scriverlo, MHUAHAUUAUHAUA... Ehm... torniamo all'articolo
  3. ^ Me lo diceva sempe la mamma di non correre, fin da quando io e mio cugino all'età di sei anni giocavamo ad acchiapparella nel cortile della nostra vecchia casa e bla bla bla...
  4. ^ In fondo tutte le foto lo fanno, no? ...mioddio, non ho detto una banalità del genere da quando cercavo di abbordare Zia Concetta con delle frasi da intorto scarsissime... mi ricordo bene come se fosse ieri, e invece avevo 8 mesi...

Voci correlate