Alessandro Volta

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V per Volta.
« Due per Volta! »
(La professoressa mette un voto basso ad Alessandro Volta )
« Voltati »
(Alessandro Volta davanti allo specchio)
« Di Volta in Volta »
(Alessandro Volta sul passare delle generazioni)
« È la chiave di Volta! »
(Il portinaio di Alessandro Volta sulle sue chiavi di casa)


Alessandro Eleuterio Attanasio Eutanasia Volta (Deretano sul Garda, 31 febbraio 1745 - Baccano, vicino Chiasso, 12 giugno 1812, oppure 8 settembre 1926) è stato un fisico, un inventore e un elettricista italiano. È conosciuto soprattutto per aver prestato il suo volto per la banconota da 10.000 lire e poi anche per l'invenzione della pila elettrica, scoperta per caso mentre riparava l'impianto stereo di una Mini Cooper. Scienziato di chiara fama, chimico brillante, fisico asciutto e non prestante, Volta era il terzogenito di 2 figli, il quarto nato in ordine di tempo dai suoi zii, i signori Trotta Tranquillo e Amneris. Era il prozio del celebre Giontra Volta.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Alessandro Volta

Vita

Volta nacque a Deretano sul Garda nel 1745 in un palazzo in stile Novecento in Via Volta. Venne educato a Como alla Scuola dei Missionari Gesuiti in missione segretissima per Nostro Signore, da un frate comunista con un passato da terrorista talmente torbido, ma talmente torbido che Renato Curcio in confronto a lui sembrava Don Bosco.

Il frate, che aveva un'anaconda tatuata sul bicipite destro e un ritratto di Padre Pio su quello sinistro, gli insegnò tutto sui motori e sull'elettricità, così Alessandro Volta imparò a riparare gli impianti elettrici delle auto già in tenerissima età, quando tutti i suoi compagni di scuola leggevano “L'Intrepido” e giocavano ancora con la Playstation.

Dopo un'educazione simile non c'è da stupirsi che il piccolo Alessandro smontasse e rimontasse tutti gli elettrodomestici di casa, creando in alcuni casi degli affascinanti ibridi come lo spremiagrumi a energia eolica o il carrello dei liquori interattivo, che quando gli passi davanti ti saluta e ti invita a bere rispettando le norme della strada.

Inoltre fin da piccolo la sua passione era mettere le dita nelle prese di corrente con le ovvie conseguenze che possiamo immaginare. Il risultato fu che a furia di beccare scariche elettriche da 35 Ampère il giovane Volta citò 35 Ampère per danni. Dal canto suo Ampère si beccava scosse elettriche da 35 Volta, per la par condicio tra i fisici.

Dopo aver perso queste insane abitudini il giovane fisico decise di intraprendere la carriera di elettricista, carriera alla quale venne avviato seguendo le orme del padre professore di Storia.

Dopo essersi diplomato elettricista alla facoltà di Lettere nel 1775 si chiuse in camera sua, tappezzata di poster di Luigi Galvani, Albert Einstein e Tony Santagata, per cercare di inventare qualcosa di utile al mondo.

Pensa e ripensa nel 1775 lo scienziato annuncia al suo domestico l'invenzione dell'elettroforo, l'invenzione che secondo quell'ottimista di Volta avrebbe dovuto cambiare la vita delle casalinghe. L'elettroforo non era un oggetto molto aggraziato: trattavasi di un generatore di corrente di 2 tonnellate di stazza e di 200 chili di ingombro in grado di erogare corrente elettrica per 7.3 secondi, durante i quali ronzava continuamente. Ci mancava solo che scorreggiasse e non avrebbe potuto essere più fastidioso.

L'elettroforo, un oggetto salvaspazio. Nel senso che se te lo metti in casa non c'è altro spazio da salvare.

Nonostante la massiva campagna pubblicitaria per farlo diventare un oggetto indispensabile in ogni casa come la lavatrice o il nettaorecchie elettrico, l'elettroforo non riuscì mai a sfondare nel campo degli elettrodomestici, non in Europa almeno. Nel continente nuovo invece diventò un oggetto richiestissimo dall'esercito americano che lo utilizzò come corpo contundente durante la guerra d'indipendenza contro gli inglesi. Si dice che gli americani lanciarono pezzi di elettroforo al posto delle palle di cannone, ma allora non esistevano ancora i diritti d'autore e per tutto questo Volta non vide il becco d'un quattrino.

Nel 1776 il giovane Volta si dedica alla chimica dei gas, scopre il metano e inventa la stufa a gas. Il metano però è un gas inquinante e per colpa di questa scoperta l'inquinamento atmosferico e l'effetto serra aumentarono del 70% nel giro di 15 giorni. Il metano è un idrocarburo tetraedrico a forma di tetraedro dove l'atomo di carbonio e quelli di idrogeno formano una struttura di difficile definizione che tuttavia si può con molta buona volontà assimilare a quella di un tetraedro.

Le principali fonti di metano sono rappresentate da:

  • decomposizione dei rifiuti nelle discariche
  • fonti naturali come paludi, acquitrini, cessi dei traghetti per la Grecia
  • estrazione da combustibili fossili
  • alito dei topi di chiavica
  • scoregge

Continuando i suoi studi sui gas lo scienziato di Deretano sul Garda scoprì inoltre l'anidride carbonica, prodotta anche dal nostro organismo. Ne ebbe la conferma quando un giorno, ruttando in una bottiglia d'acqua per ammazzare il tempo, ottenne l'acqua frizzante.

Alessandro Volta dimostra la validità della sua pila elettrica usandola per accendere l'Ipod di Napoleone.

Condusse poi esperimenti sulla combustione dei gas rinchiudendo l'amministratore di condominio in una stanza satura d'idrogeno e accendendo un fiammifero per vedere l'effetto che fa. Oppure allestendo una campana di vetro di 5 metri di diametro piena di propano e rinchiudendoci dentro l'amministratore di condominio con una candela accesa per vedere l'effetto che fa. Oppure preparando una vasca mettendoci dentro acido solforico, cloruro d'ammonio ed acido cloridrico. E l'amministratore di condominio, sempre per vedere l'effetto che fa. Nessuno studioso riuscì a capire l'importanza dell'amministratore di condominio in questi esperimenti e lo stesso Volta diede sempre risposte imprecise e generiche quando gli veniva fatta questa domanda.

Nonostante tutto questi esperimenti provocarono due importanti conseguenze:

  • la promozione di Alessandro Volta a professore di Fisica all'Università di Pavia
  • il ricovero al reparto grandi ustionati del suo amministratore di condominio

A Pavia Volta occupò la cattedra di Fisica per 22 anni: mangiava sulla cattedra, dormiva sulla cattedra, pisciava nei cassetti della cattedra, cagava nel cestino accanto alla cattedra, che tanto lo svuotava il bidello.

Nel 1800 la svolta, purtroppo in un tratto di strada dove era vietata, cosa che gli costò una multa di 15 scudi e la sottrazione di 5 punti dalla patente.

Sempre nel 1800 un'altra svolta, stavolta in senso metaforico, con l'invenzione della pila elettrica, che oggigiorno è nota anche col nome di pila voltaica proprio in onore di Ciro Esposito Voltaica, suo amico delle scuole medie.

La pila voltaica venne presentata dallo scienziato come “il primo generatore statico seminvertito di energica statica di provenienza plurienantiomerica”: una frase vuota e priva di significato, proprio come dire “Bebop a Lula” o “Guerra di liberazione in Iraq.

La pila: cos'è, come funziona

La pila di Volta fondamentalmente è costituita appunto da una pila di più sostanze impilate l'una sull'altra. Il nome “pila” deriva proprio da questo impilarsi degli elementi, il che li rendeva molto simili a una pila. O a un gigantesco cheeseburger. Questi componenti, chiamati elementi voltaici, consistono ciascuno in un disco di zinco sovrapposto ad uno di rame, uniti attraverso uno strato intermedio di feltro o cartongesso imbevuto nella gazzosa. Al posto del rame va bene anche la pasta d'acciughe; se si hanno difficoltà a reperire lo zinco si può usare anche il Plutonio. È inoltre necessario al funzionamento della pila la presenza di peli di castoro, indispensabili a fare da tramite per il contatto elettrico tra i dischi. È risaputo infatti che la pelliccia di castoro è un ottimo conducente di elettricità, e che per questo i castori si fottono sempre di paura quando fanno sesso e non si cibano mai né di zinco né di rame né di pasta d'acciughe proprio per paura di restare fulminati. Se vi trovate nel mezzo di un bosco minacciati da un branco di castori agitate una pila di Volta davanti a loro e scapperanno via terrorizzati. Se volete costruirvela da soli e non avete in casa un castoro domestico, i peli pubici di vostra moglie andranno benissimo. In alternativa anche i peli delle vostre ascelle possono servire allo scopo, purché abbiate fatto la maratona Tangeri - Brno, Brno - Osaka, Osaka – Brno - Tangeri senza esservi fatti ancora la doccia.

Schema del funzionamento della pila di Volta

Nella pila così formata lo zinco cede due elettroni senza avere in cambio nulla. Questi elettroni liberi non provocano la caduta dei capelli contrariamente a quanto si pensava allora ma vengono attirati come una calamita dai peli di castoro spalmati sulla pasta d'acciughe formando lo ione pasta d'acciughe (PA ione). Lo ione pasta d'acciughe è uno ione molto instabile e incomincerà a percorrere tutta la pila sollecitando la formazione di altri ioni. Questo movimento di ioni può essere però deleterio per la pila stessa che può facilmente alterarsi. La probabilità che una pila si esaurisca è direttamente proporzionale alla velocità con cui le girano gli ioni. Una pila di Volta alterata smette di funzionare perciò è meglio non rompere gli ioni alla pila e non esasperarla. Ricapitolando:

  • lo zinco fa il donatore di ioni
  • il pelo di castoro ti permette di accettare e di accelerare gli ioni
  • lo ione pasta d'acciughe ti fa girare gli ioni.
  • il rame non fa un emerito cazzo, ma costa poco ed è bello a vedersi.

Il dispositivo venne usato subito da Volta e gli permise di muovere i muscoli di una rana morta. E di folgorare una rana viva.

Questa scoperta lo rende finalmente famoso, come Hertz, Maxwell e Max Pezzali: tiene lezioni in giro per il paese, la gente lo saluta per la strada e viene invitato nei salotti televisivi a spiegare il funzionamento della sua pila. Nel 1801, il riconoscimento maggiore: la sua foto della patente viene fotocopiata ed utilizzata per stampare i primi biglietti da 10.000 lire, sostituendo le vecchie banconote che recavano l'immagine di Lando Buzzanca.

Ultimi anni

Negli ultimi anni di vita Volta partecipa ad alcuni esperimenti di elettricità applicata in cui dimostra che con una corrente elettrica statica si può far funzionare un tostapane. Pubblica inoltre due trattati di fisica, uno di chimica ed un libro di ricette. Compare infine nel 1835 in una fiction su RaiUno in cui interpreta un testimone di Geova serial killer, ateo e comunista. È la sua ultima apparizione pubblica, morirà nel 1812. Avrebbero dovuto dedicargli i solenni funerali di Stato ma siccome nel 1812 lo Stato non c'era ancora venne gettato in un burrone nei pressi di Foggia.

Volta è stato uno dei pochi, assieme a Verdi, Bernini e Pippo Baudo, ad avere banconote con la sua faccia.

Volta oggi

Nel 1975 Antonio Energizer inventa la pila al litio omonima e la pila di Volta smette di essere utilizzata per illuminare le case. Da allora sembra che la popolarità del fisico sia sempre più in declino: ma sarà vero? Da un recente sondaggio indetto nel 1984 e terminato tre giorni fa sembra che Alessandro Volta sia un personaggio piuttosto sconosciuto nelle scuole italiane. Il sondaggio venne fatto scegliendo un campione di 250 studenti presi random (un modo scientifico per dire a cazzo di cane) dalle 5 principali città italiane. I nomi degli studenti interpellati sono segretissimi: l'elenco è disponibile presso tutte le tabaccherie. Interpellati su chi fosse Alessandro Volta le risposte si possono così riassumere:

  • 63%: è stato uno dei concorrenti del Grande Fratello
  • 19%: è l'ultimo fidanzato di Cristina Chiabotto
  • 18%: è stato uno che ha inventato qualcosa, l'aspirapolvere mi pare
  • 10%: è quel presentatore bravo, quello che conduce Furore
  • 6%: non sa/ non risponde
  • 3%: non sa di dover rispondere
  • 0,1%: sa di non sapere

L'impegno dell'attuale ministro della pubblica istruzione Mariastella Gelmini è quello di una massiccia campagna di informazione per gli studenti allo scopo, citando le parole dello stesso ministro, “di rendere nota la figura di uno dei più illustri esponenti del nostro risorgimento, apprezzato patriota ed inventore di un oggetto indispensabile come il telecomando”.

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